16 gennaio 2022 – Facile e grazioso percorso ad anello intorno al paesino di Pedona.
Km. 9,1 circa – Tempo di percorrenza 3,30 ore circa
Quota iniziale metri 40 (Camaiore) – Quota massima metri 310 (Pedona)
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Questo itinerario fa parte del progetto “Camaiore Antiqua“: 15 percorsi per il trekking ad anello alla riscoperta di vecchi sentieri e delle bellezze del Comune di Camaiore.
Il percorso inizia da Viale Oberdan (si può parcheggiare nel piazzale Elsa Morante).
Si seguono gli appositi segnavia che ci indicano il percorso: dobbiamo prendere Via Fondi, attraversare la Provinciale, poi continuare su asfalto fino a Via Borgovecchio e Via Selvette. Da qui inizia l’antica
mulattiera, recentemente ripristinata, che sale nel bosco, con notevole pendenza, in circa 1 ora fino a Pedona (quota m 300).
Arriviamo al borgo di Pedona, passiamo sotto una cappellina con icona della Madonna; attraversiamo e visitiamo brevemente il borgo di Pedona, qui si trova Il Soggiorno, una bella trattoria con annesso negozietto che vende il famoso “Scoppolato di Pedona”.
Pedona
Pedona è una frazione del comune di Camaiore, nella provincia di Lucca. Fu sede sin dal 1099 di un importante castello feudale nel quale ebbero la residenza i feudatari di Pedona; insieme a quelli di Montebello, Monteggiori, Greppolungo, Montecastrese, Peralla e Montemagno costituiva la cerchia difensiva e di avvistamento del borgo camaiorese. Di Pedona è ancora ben visibile la conformazione caratteristica del castello raccolto entro le mura ed intorno alla torre campanaria e alla chiesa di S. Jacopo, ricordata in una pergamena del XII secolo sebbene completamente rimaneggiata nell’ottocento. La chiesa vanta un meraviglioso organo dell’Ottocento degli Agati e Tronci. Il panorama è veramente ampio: vediamo il mare, i monti Gabberi, Matanna e Prana, i paesini di Santa Lucia, Greppolungo, Casoli e Metato.
Il nostro percorso prosegue seguendo per alcune centinaia di metri la strada asfaltata (via Marcello Lucchesi) e fino al raggiungimento di una deviazione a sinistra (Via di Monte Moneta).
Curiosamente la descrizione e la mappa del comune di Camaiore in questo punto fa un po’ di confusione, ma noi seguiamo le segnalazioni bianche e rosse che sono quelle corrette; google maps ci rivela che al bivio con via di Monte Moneta era anche presente una palina indicativa, che al momento della nostra escursione non è più presente, è presente però il segno bianco e rosso.
La strada passa attraverso due bei casali e subito dopo si tramuta in mulattiera, scendendo nel bosco fino a raggiungere la località delle Capanne. Lungo il percorso passiamo di fianco a una piccola maestà e a un imponente casa in stato di abbandono.
Terminata la discesa ci troviamo nella strada comunale di Moneta, che sbuca in Via delle Capanne, seguiamo la strada asfaltata e nei pressi del piccolo agglomerato di case (Capanne) ci inoltriamo tra le case per una breve mulattiera (ci dicono si chiami “canale della mela”), questo ci fa scoprire un bel lavatoio abbellito da una scultura di Giuseppe Bergomi.
Villa Mansi
Continuiamo per Via dell’Acquedotto e poi Via dei Cavallini, passando proprio sotto alla settecentesca Villa Mansi, così chiamata perché appartenuta per un periodo della sua storia a questa importante famiglia lucchese. Adesso la Villa è detta Villa Cavallini e ospita il B&B omonimo. Sul sito del B&B è raccontata tutta la storia di questa villa, di cui riportiamo una piccola parte:
La ricostruzione della storia di villa Cavallini rappresenta l’esito di un intenso lavoro di ricerca e di studio del dott. Giorgio Santoro Cayro, detto Giorgino, amato cugino degli attuali proprietari Alessandro ed Isabella Cavallini. Il documento essenziale per risalire agli albori della villa è rappresentato da una lastra di marmo fissata sul muro esterno della villa, vicino all’ingresso principale ed incisa con i versi di una poesia in lingua latina. … La lastra celebra la fine dei lavori di costruzione della villa. Si intuisce che la villa è stata costruita dal nobiluomo Carlo Orsucci nel 1694 sopra una struttura già esistente, probabilmente una casa colonica presso cui i coniugi Carlo Orsucci e Maria Francesca Mansi erano soliti trascorrere periodi di svago e vacanza ….
La famiglia Mansi tra il XV e XVI secolo era la più nota casata nobile di Lucca, una ricchissima famiglia di mercanti e possidenti terrieri, proprietari di estesi territori nella provincia di Lucca, e nella zona del litorale. I discendenti, Marchese Giovanbattista Mansi e la moglie, che vissero nel corso del XIX secolo presso la villa, sono tuttora sepolti nella cappella. Il timpano della villa e diversi affreschi presenti nel salone principale della villa riportano lo stemma della famiglia Mansi con l’epitaffio della casata “Ego solus Mansi”
Il nostro percorso segue ora Via Duccini e giungiamo così al Molino di Teneri. Qui ci si immette sulla variante del percorso francigeno lungo un tratto sterrato che costeggia il fiume di Camaiore e il torrente Lucese per raggiungere Camaiore, dopo aver attraversato il ponte pedonale. Dall’altra parete della strada osserviamo il complesso religioso dei San Lazzaro “Ai Frati” e la bianca Chiesina del Ss. Crocifisso. Prima di raggiungere il centro passiamo davanti anche alla graziosa chiesina del Pianorino, aperta e visitabile.
Il Molino Pedonese o di Teneri
Il Molino Pedonese, così denominato perché era posto nel territorio del comune di Pedona (comunità che nel 1496 sarà annessa al comune di Camaiore), risale al 1346, come si apprende dall’estimo di quell’anno che parla di un casalino ad uso di molino di proprietà di Giovanni Nicoluccio di Nocchi “il quale confinava con la strata”. Nel 1394 si ha di nuovo una citazione che sembra riferirsi al molino Pedonese in località Teneri. Nel 1541 il molino era passato tra le proprietà degli eredi di Benedetto Buonvisi, nobile e potente famiglia lucchese. Dopo il passaggio alla famiglia Cerù, tra il 17° e 18° secolo, si modifica il toponimo del Molino Pedonese che viene identificato con la località “Al Cerù”
testo e fotografie di Antonella Romagnoli