San Michele di Murato in Corsica

La meravigliosa chiesetta di San Michele di Murato

Ho visitato questo capolavoro di architettura romanica pisana nel mese di giugno 2012. Dopo averla vista di passaggio molti anni prima, sono andata a cercarla per visitarla e farla conoscere al mio compagno di viaggio.
La Chiesa è raggiungibile da Saint Florent in 22 minuti, km 18, tramite la strada D82, o da Bastia in 32 minuti, km 23, e si trova a un chilometro dal paese di Murato, comune pittoresco, il più importante villaggio del Nebbio. –
Coordinate Google Earth: 42°35’09.81″N 9°20’00.49″E
Coordinate GPS:  42°35.163’N 009°19.998’E

Che ci fa un pezzo di arte toscana nel cuore della montagna Corsa?

La chiesa di San Michele, dedicata a San Michele Arcangelo, è una vera chicca. Basta guardare la meraviglia dei visitatori per rendersene conto.
Sorge isolata a 475 metri sul livello del mare, e si offre all’osservatore in una visione spettacolare, in mezzo a un prato verde su un promontorio panoramico da cui si domina la vista del Nebbio e del Golfo di Saint-Florent.

A Murato questo piccolo capolavoro è tutto quel che rimane della dominazione di Pisa, prima dell’arrivo dei genovesi. I pisani fecero di questo piccolo paese un punto strategico e insediarono persino una zecca; i genovesi, riconquistati i territori, invece di annientare il villaggio fedele al nemico, vi portarono strade e prosperità.

L’edificio, risaente al XII secolo (circa 1140) appartiene al comune di Murato, nel dipartimento della Haute-Corse e viene aperto al culto solo occasionalmente per la festa di San Michele il 29 di settembre (su altro sito ho trovato l’8 maggio) o per matrimoni.

Simbolo dell’apogeo delle chiese di stile pisano in Corsica, classificata monumento storico sin dal 1875 da Prosper Mérimée, fu edificata verso il 1140, quando la Corsica era governata da Pisa, e consacrata nel 1283. La leggenda narra che fu costruita dagli angeli durante la notte: era strategicamente posizionata per servire da punto di raccolta per le popolazioni isolate circostanti.

Il fascino di San Michele deriva tanto dalla sua grazia ed equilibrio quanto, appunto,  dalla scelta della sua posizione in un sito incantevole (Il sito di Lourinion è indicato sulla mappa della Corsica disegnata dal cartografo greco e astrologo di Alessandria Tolomeo, intorno al 150).
Mérimée si riferiva a Saint-Michel (San Michele di Muratu) come “la chiesa più elegante e più bella che abbia mai visto in Corsica” nel suo “Appunti durante un viaggio in Corsica” (1834 – «La plus belle, la plus jolie église que j’aie vue en Corse»).

Il campanile

Il suo stile tipicamente pisano, bicolore, riconoscibile dall’alternanza di pietre di colore verde e bianco, riunite in modo irregolare, e il suo elegante campanile-portico, ricordano quelli degli edifici di Pisa e di numerose chiese toscane.

Nel 1855, il campanile del portico fu “rialzato” da Achille Murati – nipote del luogotenente di Pascal Paoli su richiesta della popolazione che desiderava ascoltare meglio la campana.

Numerose associazioni sono intervenute nel tempo perché la chiesa potesse attraversare gli anni. L’ultimo restauro, da maggio 2011 a marzo 2013, ha particolarmente valorizzato la ricchezza della sua decorazione
La chiesa è curata e visitabile (tutti i pomeriggi dalle ore 14 alle ore 19, dal 1° aprile al 2 novembre) grazie all’opera dell’Associazione L’Aretta, e del suo appassionato studioso e curatore Pascal André Magnan.
Aperta alla luce da due porte, la cappella lascia uscire suoni religiosi e classici, scelti con cura dal “maestro delle chiavi”. Abbastanza per fermare il tempo, lo spazio di una visita, in mezzo alle pietre di colori verdi e bianchi: “Spesso la gente accarezza la pietra. Rende la pelle morbida. Fa bene anche alla salute … ”

 


La meravigliosa tesi di Laurea in Storia Medievale, all’Università di Cagliari, della Dr.ssa Chiara Sanna, ci fornisce una chiara e puntuale disamina degli elementi storici e architettonici, da cui estrapoliamo alcuni passi e alcune figure, invitandovi a leggerla tutta per completezza di informazione.

– La Chiesa di San Michele di Murato, oltre alla policromia e al campanile di facciata, si caratterizza per un’esuberanza di elementi scultorei che non ha pari in nessun altro edificio romanico dell’isola.
La prima attestazione della chiesa e del titolo di San Michele si trova un uno dei documenti del Cartulario dell’Archivio della Certosa di Calci, presso Pisa,
Le maestranze del San Michele di Murato, presumibilmente toscane se non di provenienza, perlomeno di formazione, si ispirarono a modelli del romanico pisano, pistoiese e lucchese; in particolare l’uso dell’opera bicroma si diffuse, a seguito del clamore suscitato dalla fabbrica rainaldiana del Duomo di Pisa, subito dopo la metà del XII secolo.
Alcune notizie restituiscono la consacrazione della chiesa al 1283, come avrebbe riportato una iscrizione, oggi non più rintracciabile, presente all’interno della navata. Questa data è comunque troppo tarda e quindi molto improbabile, sia a causa dei riscontri documentari che dell’evidenza formale; essa potrebbe comunque riferirsi a un restauro o un completamento dell’edificio. La costruzione del campanile potrebbe risalire a un periodo di poco successivo all’impianto, in quanto esso sembra obliterare almeno in parte gli archetti rampanti del frontone. La parte di frontone coperta dal campanile non presenta però tracce di questi archetti o di scalpellature e ciò potrebbe significare la presenza della torre campanaria già nell’impianto iniziale. Considerato tuttavia il “restauro” della fine del XIX secolo operato sul campanile, per cui si è proceduto a un rialzamento dello stesso di svariati metri, questo intervento massiccio e non necessario potrebbe aver distrutto porzioni utili a una lettura cronologica dell’edificio, mentre ne ha alterato definitivamente le proporzioni.
La pianta della chiesa di San Michele di Murato è strutturata nei modi soliti dell’architettura romanica, con navata unica, e abside semicircolare orientata ad Est, ma con la presenza originale del campanile di facciata. Questo poggia su due pilastri cilindrici, che formano un portico aperto su tre lati con archi a tutto sesto decorati da cunei in bicromia. Esempio unico nel panorama dell’architettura romanica della Corsica.
Al centro della facciata si apre l’ingresso principale dell’edificio. Un ingresso secondario è posto nel fianco sud, mentre due oculi in facciata e monofore centinate a strombo liscio, nell’ordine di due per fianco, danno luce alla navata. Una monofora gradonata si apre invece al centro dell’abside.
Le dimensioni dell’edificio sono modeste, come è d’altronde per tutte le fabbriche romaniche della Corsica: la navata è lunga 14,45 m, per 5,55 m di larghezza, con copertura in legno; lo spessore dei muri è di circa 70 cm; la profondità dell’abside è di 2,20 m circa; l’altezza è di circa 6,50 m per i muri laterali, e di 7,50 per i prospetti est ed ovest; l’altezza dell’abside è di 4,70 circa; il campanile è a canna quadrata di circa è alto circa 11m e poggia su pilastri di 4 m, composti da rocchi di 90 cm di diametro alternati in serpentina e calcare, con capitelli schiacciati e rozzamente scolpiti a chiocciole e foglie d’acqua, per un’altezza totale di 15m circa.

Uno zoccolo a scarpa, di circa 40 cm di altezza, corre lungo l’intero perimetro dell’edificio, mentre una cornice a sguscio, elegantemente decorata a foglie piatte, segna la sommità dei muri nel sottotetto.

 

Interno della chiesa

 

    
L’interno è molto semplice, il soffitto a capriate di legno.
La zona absidale è occupata da un altare settecentesco in pessime condizioni e di nessun valore artistico, che stona con l’impianto medievale.
L’abside medievale si proietta sulla navata attraverso un arco trionfale a doppia ghiera formato da cunei in bicromia. L’arco esterno poggia su semipilastri, sempre in bi-cromia, per mezzo di stretti capitelli quadrangolari , scolpiti con decori floreali e faccine negli angoli, di esecuzione rozza. Al centro dell’arco la chiave è scolpita con un’aquila dalle ali aperte. La faccia dell’arco trionfale presenta affreschi della fine del XV secolo raffiguranti l’Annunciazione della Vergine. Altri affreschi erano presenti nel catino absidale, ma ne rimane solo una labile traccia, come pure affrescati erano i pilastri e in parte le pareti della navata.

Oltre che per la spiccata bicromia, la chiesa di San Michele di Murato si distingue dagli altri edifici di epoca romanica della Corsica anche per la decorazione scultorea che non ha eguali sia per il numero di pezzi scolpiti sia per qualità dell’esecuzione e fantasia degli scultori; troviamo motivi antropomorfi, zoomorfi, fitomorfi, e geometrici, che costituiscono un campionario di tutti i temi ornamentali del romanico dell’area mediterranea e pisana in genere.

La facciata

 

 

 

 

Fianco settentrionale

Fianco Nord e abside
I peducci del fianco nord

 

La decorazione scultorea del fianco settentrionale della chiesa di San Michele di Murato si svolge principalmente sui peducci di appoggio agli archetti terminali, sugli archivolti e sui davanzali delle due monofore centinate a strombo liscio, nonché su quattro lunette di detti archetti.

 

Fianco meridionale

 

La decorazione scultorea del fianco Sud si svolge in maniera analoga a quella del fianco Nord, sui peducci e sugli elementi che compongono le monofore. Una sola lunetta in questo lato è stata decorata.
L’orientamento è, come per tutte le chiese romaniche, con abside a Est.

Abside

L’abside è la parte più sacra di tutta la fabbrica, il sancta sanctorum dove si celebra il mistero dell’eucaristia, per questo motivo guarda ad Est verso il sole che sorge.

Nell’abside si nota la monofora centrale. Essa è centinata e gradonata e la sua decorazione è molto semplice: il davanzale è in serpentina verde e liscio; l’archivolto è in calcare ornato con tarsie di serpentina che negli angoli superiori formano fiori esapetali simili a stelle, mentre lungo la centina si dispongono sei piccoli cunei a raggiera.

L’ideatore dell’apparato iconografico della chiesa di San Michele si è rivelato una persona colta e aggiornata con le conoscenze dell’epoca, nonché un profondo conoscitore della Bibbia e dei suoi commentatori.

Dove mangiare

Vicinissimo alla chiesa c’è il ristorante Pagliaghju San Michele Chez Victor, dove siamo stati con soddisfazione in attesa che aprisse la chiesa per poterla visitare.

Vista stupenda sulla chiesa e sul golfo di Saint Florent.

 

 

Documentazione e informazioni

Pascal André Magnan, il custode della chiesa
https://www.corsematin.com/articles/a-muratu-leglise-saint-michel-a-desormais-son-ange-gardien-76794
laretta20239@gmail.com

https://corse-romane.eu/murato-michele-y/

Chiara Sanna,
La chiesa romanica di San Michele di Murato in Corsica,
Tesi di Laurea in Storia dell’Arte Medievale.

 

 

 

L’album di foto su Facebook
https://www.facebook.com/antonella.romagnoli.7/media_set?set=a.10208986855935956&type=3