Camaiore Antiqua 15 – Valpromaro, Gualdo, Fibbialla

La mappa dell’itinerario: in blu il tratto alternativo da Gualdo al Monte Ghilardona. Le frecce bianche e rosse indicano le uniche tabelle indicative presenti sul tratto da Valpromaro a Fibbialla

Km. 9 – ore 3,30 /4,30 circa
Percorso su strade e sentieri
Quota partenza metri metri 140 (Valpromaro)
Quota massima metri 380 (località Castello)

(Elaborazione cartografica di Emilio Balboni)

 

 

 


Esplorando i sentieri del camaiorese, del progetto Camaiore Antiqua, questa volta il cuore ci porta a Valpromaro, borgo antico cui da una vita passiamo accanto quando percorriamo la via della Freddana per andare a Lucca o all’Abetone, ma non ci siamo mai fermati a dare un o sguardo.
Da qui ha inizio il percorso C15, al confine tra i territori di Camaiore e Massarosa, che da Valpromaro conduce a Gualdo (il paese delle fiabe!), poi a Fibbialla, va in direzione di Piazzano e ritorna a Valpromaro per la Via Francigena.
La descrizione sul sito del comune di Camaiore riporta “segnaletica da completare” e in questo caso, a differenza del C13 che invece ha una segnaletica completa ed eccellente – verificheremo che è più che mai vero. (E infatti non completeremo il percorso perché la segnaletica mancante o dubbia ci trae in inganno e ci riconduce indietro)

Valpromaro

Il percorso ha inizio a Valpromaro dalla chiesa di S. Martino del XII secolo (quota m 130), – siamo sulla via Francigena – poco dopo l’ostello troviamo indicazione che ci fa a svoltare a sinistra: oltre all’indicazione C15 è presente anche una mappa dell’itinerario 10  comune di Massarosa che conduce anch’esso a Gualdo per altra via da quella che faremo noi (non troveremo alcuna segnalazione in seguito indicante il divergere dei due sentieri).

Valpromaro è un antico abitato, citato sin dal medioevo e attraversato dalla via Francigena o Romea, il suo nome deriva da Valle primaria, ovvero la prima valle che si incontra andando verso Lucca. Oggi il paese è diviso dal confine che separa i comuni di Massarosa e Camaiore.
La Chiesa di San Martino viene ricordata già nell’anno 1121 – a fianco di essa sorgeva l’omonimo e coevo ospitale per i viandanti e pellegrini. Ha subito notevoli rifacimenti nel secolo XIX. Nella canonica è funzionante un ostello per i moderni pellegrini.

Passiamo davanti alla casa di Stefano Pucci (Apuantrek). Dopo poco la strada diventa sentiero e svolta a destra. Poco prima abbiamo incontrato proprio Stefano che ci dà alcune dritte per la parte del tracciato verso Piazzano, dove si trova un tratto difficoltoso e molto scivoloso soprattutto se bagnato.

La vecchia numerazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ostello
si svolta a sinistra
Doppio cartello, in realtà indica due percorsi diversi

 

 

 

 

 

 

La casa di Apuantrek
La chiesa
e qui si svolta a destra

 

 

 

 

 

Stiamo percorrendo la via dell’Acqua Buona. Il percorso si inerpica con diversi tratti in salita su un’area prevalentemente boscosa e giunge alla fontana dell’Acqua Buona – fontana che è compresa nell’ideale percorso tematico delle sorgenti di Massarosa.

Via dell’Acqua Buona
la fontana dell’Acqua Buona
la fontana dell’Acqua Buona

 

Gualdo

 

 

 

 

Si sale ancora fino al paese di Gualdo (quota m 332).  Usciti dal bosco subito al di sotto del paese (sopra di noi vediamo la chiesa con abside e campanile) una tabella ci indica a sinistra il percorso per Fibbialla, noi però preferiamo fare un piccolo giro all’interno del paese, con la bella piazzetta della chiesa e le sue stradine.

Gualdo – il paese delle Fiabe –  ha conservato intatta la sua struttura di borgo medioevale e l’austerità di terra antica. Il suo nome deriva da “Waldum” termine di origine tedesca che significa “bosco privilegiato”. Quasi tutte le case, preziose testimonianze del passato, sono in pietra, con finestre e porte di piccole dimensioni; ogni balcone è ingentilito dal vivace colore dei fiori e a ridosso dei muri si aprono le bocche dei forni a legna. Camminare nelle sue strade è come tornare indietro nel tempo, perdendo la sensazione del presente. Il silenzio vi domina sovrano e i vecchi muri sono la testimonianza più viva della gloriosa storia di questo paese.
Gualdo era area confine tra i due grandi potenti che intorno all’anno 1000 si contendevano le aree alle spalle del lago di Massaciuccoli: i Montemagni, signori di Montemagno e alleati con Pisa, e i potenti Canonici di San Martino di Lucca, proprietari di un lungo possedimento che andava da Massarosa al torrente la Freddana e, ovviamente alleati di Lucca.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Usciti dal paese si incontra un bivio: il tracciato C15, assolutamente non indicato da alcun cartello o tabella, proseguirebbe a sinistra (come indica il tracciato riportato sul sito del Comune di Camaiore e il kml su google earth), per passare alla sinistra del Monte Ghilardona. Noi però scegliamo di seguire la sterrata a destra (indicata in blu nella mappa) che ci porta fino alla strada che proviene da Montigiano – qui è presente indicazione C15 per Fibbialla! che ci indica di prendere a sinistra – si prosegue poco e a un bivio si imbocca la breve strada in salita per il monte Ghilardona (sulla sommità del quale ci sono ripetitori e antenne) e poco dopo si trova deviazione a destra che ci reimmette sul corretto tracciato.

 

 

 

 

 

Curiosamente la presenza della tabella al bivio per Montigiano è in contrasto con il percorso reale come da sito comune di Camaiore, dove peraltro, all’uscita dal paese di Gualdo, non c’è alcuna indicazione. C’è un po’ di confusione su questo percorso sul sito del Comune di Camaiore: la mappa (e il kml) indicano la via a sinistra, la descrizione sembra invece suggerire la via di destra, dove poi troviamo appunto l’indicazione.

Al bivio sopra descritto, all’uscita da Gualdo, per seguire il percorso esatto è quindi opportuno prendere a sinistra, fino a un altro bivio, dove è presente una croce con una terracotta raffigurante Cristo, anche qui occorre procedere a sinistra e oltrepassare un cancelletto in legno.

 

 

 

 

La foto del cancellino è del dicembre 2017, i cartelli che fanno riferimento al sentiero 9 del Comune di Massarosa adesso non sono più presenti.

Questo tratto è su sentiero e ci conduce poco sotto il Monte Ghilardona (quota m. 434), dove si incontra sulla sinistra il sentiero (nessuna tabella, ma un picchetto con indicazione in bianco e rosso) che ci porta fino a Fibbialla (quota m 295), dopo essersi ricongiunto con una strada sterrata che proviene sempre dal bivio per Gualdo sulla strada da Montigiano.

Fibbialla

La strada esce dal bosco e la vista si apre su Fibbialla, Piazzano in lontananza e sull’orizzonte l’Appennino innevato (monti Cupolino e Corno alle Scale).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si passa all’interno della borgata “Le volte” e sotto una imponente villa gialla, dai due avancorpi non ortogonali, che dovrebbe trovarsi sul sito dell’antico castello di Fibbialla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scendiamo poi fino al piazzale della chiesa. Qui troviamo tabella illustrativa della chiesa con indicazione C15, sebbene nessun cartello prima indicasse di scendere fino alla chiesa.

 

La chiesa primitiva, dedicata a S. Pietro, risalente al sec. XIII,
è stata modificata e ampliata nella seconda metà  del secolo XIX.

 

 

Il borgo di Fibbialla (il cui nome forse deriva dal gentilizio romano Flavianus = di Flavio), conosciuto dopo il Mille anche come “Fibbialla dei Canonici”, nonostante sia sorto probabilmente in epoca romana lo troviamo citato per la prima volta in un documento dell’892, nel quale il Vescovo Gherardo allivellò dei beni posti il loco “Flabbianula” ad un certo Cunimundo,

Fibbialla, antico feudo della consorteria  Gherardinga, all’inizio del XII secolo legò il suo destino con il Capitolo dei Canonici di S.Martino (Lucca), dopo esser entrato a far parte della “Jura dei Canonici di S.Martino”, grazie a una donazione effettuata a loro favore da un certo Gualdo, appartenente alla consorteria dei Ronaldinghi, il borgo venne fortificato da quest’ultimi con la costruzione di un palazzo nel 1123 (grazie anche ad un prestito concessogli dai nobili di Vorno).
Dal forte di Fibbialla era possibile dominare la pianura versiliese fino a Pisa e controllare la sottostante Via Francigena. Esso era inoltre visivamente collegato con il castello di Pedona.
All’interno della cinta muraria – di cui non resta alcuna traccia, ma la cui esistenza è provata dalle fonti d’archivio – non esisteva alcun villaggio, che si trovava invece dove sorge l’attuale abitato – al di fuori dell’area incastellata, come provato da un documento del 1204.
Con l’avvento del XIII secolo, sorsero le prime controversie fra i Canonici e gli uomini di Fibbialla, desiderosi quest’ultimi di sottrarsi alla loro giurisdizione e soprattutto ai turni di guardia del castello, nel 1270 per porre fine a queste controversie, i Canonici delegarono al Podestà di Massarosa l’esercizio della giustizia e l’assegnamento dei contestati turni di guardia.
Nel 1313 il castello di Fibbialla, venne assaltato e distrutto dalle soldatesche del pisano Uguccione della Faggiola, impegnato in quel momento a sottomettere Lucca, la sua Signoria su Lucca fu di breve durata, il suo amico e alleato Castruccio Castracani sfruttando il malcontento dei suoi concittadini dopo pochi anni riuscirà a cacciarlo, ristabilendo il potere lucchese nella città e nel suo contado, Fibbialla ritornò così sotto la giurisdizione dei Canonici, la Signoria Ecclesiastica nella “Jura” si protrarrà fino al periodo napoleonico, nel 1799 il generale francese Serrurier, dopo aver posto fine alla Repubblica Aristocratica di Lucca, abolì definitivamente i diritti dei Canonici sulla “Jura” e Fibbialla da allora per alcuni anni condivise le sorti con il Comune di Lucca, poi Elisa Baciocchi istituì il “Circondario del Littorale” in Versilia e il borgo detto anche “Fibialla del Littorale” venne inserito definitivamente sotto la giurisdizione del comune di Camaiore.
(fonte: contadolucchese.it)

Risaliamo per continuare il percorso. Usciti dal paese incontriamo l’indicazione Valpromaro, riferita però a un’ippovia e non al C15 (qjuindi segnaletica del comune di Camaiore assolutamente mancante)

 

 

 

 

A questo punto avremmo deciso di non fare il percorso lungo fino a Piazzano, ma di fare quello corto diretto verso Valpromaro, però una indicazione sommaria e da noi mal interpretata ci fa intraprendere un sentiero che dopo un po’ realizzeremo (anche grazie alla consultazione della app OsmAnd, che purtroppo non abbiamo consultato nel punto dell’errore) non essere il nostro, ma altro sentiero che ci riporta alle pendici del Monte Ghilardona e poi a Gualdo.
Purtroppo è tardi per tornare indietro a recuperare il corretto sentiero. Però sul punto dell’incrocio fra il sentiero per Piazzano e quello da noi intrapreso una indicazione Camaiore C15 non starebbe male, perché l’unico segno visibile fa prendere proprio il sentiero che sale e che riporta indietro!
Ci ritroviamo quindi a oltrepassare di nuovo il piccolo cancellino in legno, ormai nei presi di Gualdo, dove il percorso si interseca con i sentieri 9 e 10 di Massarosa (come vediamo da una tabella, uguale a quella notata a Valpromaro, peraltro abbastanza degradata e abbandonata e senza nessuna utile indicazione della direzione cui si riferisce).

 

 

 

 

 

Sul sito del comune di Massarosa è presente la descrizione con piccola mappa del sentiero n. 9 (che abbiamo fatto nel dicembre di tre anni fa) ma non il n. 10 (che appunto come da tabella sopradetta dovrebbe andare da Gualdo a Valpromaro, ma probabilmente su altro sentiero che quello dell’Acqua Buona), né il n. 11 citato nella mappa del n. 9. Dispiace ciò, perché temiamo che il progetto del comune di Massarosa sia stato abbandonato. Infatti sul piccolo cancellino in legno due anni prima avevamo fotografato indicazione del sentiero n. 9, ora scomparsa.

Da Gualdo quindi torniamo a Valpromaro dalla stessa strada dell’andata, diamo uno sguardo all’interno della chiesa.
Torneremo per fare la parte mancante.

 

 

 

 

Ma nel contempo vogliamo esortare il comune di Camaiore (e anche quello di Massarosa per la parte comune del percorso) a completare la segnaletica a beneficio di tutti i possibili escursionisti che, in mancanza di conoscenza dei luoghi, mappe reali e indicazioni, senso dell’orientamento, sicuramente troverebbero difficoltà a concludere questo anello.


Marginette e immagini sacre sul percorso

Valpromaro – Maestà
Valpromaro . Maestà