Il Polverificio S.I.P.E. di Forte dei Marmi e Villa Bertelli

13 febbraio 2021

Pochi giorni fa mi sono imbattuta in una foto (dalla pagina Facebook Versilia Story) del Pontile della SIPE – la Società Italiana Prodotti Esplodenti che si trovava a Vittoria Apuana.

Ne resta traccia nel nome della via Padre Ignazio da Carrara che nel territorio del Comune di Pietrasanta a monte dell’autostrada A12 si chiama, appunto, “Via della Sipe“, e in alcuni edifici, in parte ruderi, alcuni dei quali sono stati inglobati (e riutilizzati) nell’area del Versilia Golf Club.

 

Ho quindi cercato notizie in rete e ho trovato in un file in rete una foto del pontile e un’altra foto di un lungo edificio a fianco del quale ero passata in macchina pochi giorni prima, notandolo, per caso, per la prima volta.

(https://www.villabertelli.it/wp-content/uploads/2016/04/La-Fondazione-Villa-Bertelli-SIPE_IMGS_4.pdf)

 

 

 

 

 

 

Allora mi sono recata sul posto per scattare qualche foto e conoscere meglio così questo importante stabilimento che ha fatto parte della storia della Versilia

Ecco alcune notizie, trovate in internet

<<Non tutti sanno che, nella zona dove sorge la casa di cura San Camillo, più di cento anni fa, c’era il polverificio più importante d’Italia, quello della Sipe, la Società Italiana prodotti esplodenti giunta in Versilia nel 1891 per fabbricare mine esplosive per le cave di marmo. Ma che con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale – come ricorda Giorgio Giannelli nel suo “Versiliesi a Vittorio Veneto” – fu subito messo in grado di rifornire tutte le polveriere d’Italia. Da qui partivano i proiettili per i cannoni, ma anche per le bombe mano e gli esplosivi, e per aumentare la produzione si fecero presto anche i turni di notte.

Casotti e magazzini si estendevano fino all’attuale campo da golf e da lì partivano i vagoni per la ferrovia a Querceta o per l’imbarco dal pontile che la Sipe aveva realizzato davanti a Villa Bertelli, e dopo Caporetto si fecero perfino un’aviosuperficie per raggiungere più velocemente il fronte. Una realtà industriale che assorbiva tantissima manodopera in periodi in cui il lavoro era preziosissimo.

Il pomeriggio del 31 maggio 1916, però, Vittoria Apuana visse una delle più grandi tragedie che questo paese abbia dovuto affrontare: alcune esplosioni udite a distanza di trenta chilometri, uccisero undici operai ferendone ottantasette, trentadue dei quali rimasero invalidi permanenti. E solo per volontà di alcuni coraggiosi furono evitate altre vittime, giacché lo stabilimento contava allora 900 dipendenti (arriverà ad averne 3500). La Sipe comunicò che erano esplosi ben 540mila chili di polvere e più di 10 mila andarono persi nei depositi crollati che non presero fuoco perché prontamente isolati dai volontari che furono protagonisti di tanti gesti eroici. Degli undici morti, si ricordano i nomi di nove: Lorenzo Gabrielli, Pietro Della Tommasina, Giuseppe Corfini, Luigi Sarti, Agostino Lorenzi, Angiolo Federigi, Bartolomeo Leonardi, Pietro Checchi e Caterina Benedetti. Il più giovane aveva 25 anni, il più anziano 61.>>
(da articolo di Franco A. Calotti – Pubblicato su Il Tirrenohttps://necrologie.iltirreno.gelocal.it/news/32777)

 

Il libro di Claudio Lari, “LA S.I.P.E. di Forte dei Marmi”,

Le origini di Villa Bertelli e la sua trasformazione raccontate in un libro “LA S.I.P.E. di Forte dei Marmi” di Claudio Lari (presentato venerdì 31 maggio 2016). Lari racconta la storia e l’evoluzione della Società Italiana Prodotti Esplodenti, nel periodo in cui l’azienda passò dalla produzione della polvere di marmo a quella militare. Un arco di tempo che va dal 1894 al 1920. Venticinque anni circa di una produzione, che segnò l’intera economia del paese.
La tragica fatalità del 31 maggio 1916, una volta finita la guerra, portò poi alla chiusura della S.I.P.E. e successivamente, con l’espansione della vocazione turistica del territorio, alla trasformazione della sede direttiva  in albergo, quando venne acquistata dalla famiglia Bertelli.

Villa Bertelli

 

Villa Bertelli – foto dal web

Villa Bertelli è situata nel centro della località Vittoria Apuana. Fu edificata nel 1896 come sede direzionale della Società Italiana Prodotti Esplodenti (S.I.P.E.) e, sul fronte mare, disponeva di un proprio pontile in legno per il caricamento e la spedizione all’estero delle merci.

La storia della Villa prende il nome dalla Famiglia Bertelli, che agli inizi del XIX secolo si spostò da Firenze in Versilia. Nel 1926 l’edificio fu acquistato da Ilio Bertelli, che lo riconvertì in albergo, con il nome di Villa Bertelli.

 

https://www.villabertelli.it/wp-content/uploads/2016/04/La-Fondazione-Villa-Bertelli-SIPE_IMGS_4.pdf

L’attività alberghiera terminò nel 1971; nei primi anni 2000 il Comune di Forte dei Marmi acquistò l’immobile e, dopo una completa ristrutturazione ad opera dell’Architetto Tiziano Lera, lo trasformò in un ampio spazio espositivo.

Gli eventi culturali e le mostre si svolgono durante tutto l’anno nelle sale interne e nel parco-giardino che circonda la villa.

 

 

 

La S.I.P.E.

Il primo direttore fu il Cavalier Stanislao Gobbi che restò fino al 1900. Il massimo sviluppo si ebbe sotto la guida del Cavalier Luigi Magrini, che cedette nel 1910 la sua carica al figlio Angelo fino alla chiusura dell’attività. La sua destinazione, prima civile poi militare, rese necessario costruire vasti locali per abitazioni (mense e dormitori), per uffici e spogliatoi che servivano al personale.
L’azienda, di origini milanesi, a seguito di una joint venture con la Dynamite Nobel – fondata da Alfred Nobel, giunse a Forte dei Marmi nel 1891 su direttiva del fondatore Ingegner Ferdinando Quartieri per istituire la produzione di polveri in fumi per la marina militare e di mine esplosive in utilizzo nelle cave di marmo delle Alpi Apuane ma vendute anche in Sicilia, Corsica, Francia, Spagna e Marocco. La richiesta di rifornimenti di prodotti “a scopo difensivo” provoca ancor prima della Grande Guerra un aumento della loro richiesta e, di conseguenza, l’apertura di nuove fabbriche. Le località per i nuovi impianti sono scelte con particolare cura, prediligendo aree aperte e ben nascoste, ma comunque strategiche in prossimità di linee ferroviarie, porti e fonti di approvvigionamento delle materie prime.

Per favorire l’attracco delle barche ed effettuare la spedizione del materiale pirico, fu costruito, nel 1877, un pontile caricatore in legno su progetto dell’ingegner G. Battista Duranti nonché su lungimiranza di Achille Bertelli; collegato da una strada, oggi Via Crispi, con l’ingresso principale della Villa, a seguito di incuria fu demolito durante la metà degli anni Trenta.

Lo Stabilimento di Forte dei Marmi viene acquisito dalla S.I.P.E. tra il 1914-1915 per la produzione di polvere nera e di proiettili da destinare alla Regia Marina della vicina Piazza Marittima di Spezia. Durante il primo conflitto bellico (1915-1918), la commissione tecnica del Ministero della Guerra chiese alla S.I.P.E. la produzione delle munizioni. Allo scoppio della Grande guerra, sorgono nuovi opifici per far fronte alla richiesta sempre più crescente.  Per soddisfare l’ingente richiesta produttiva, l’azienda si ingrandì a tal punto da modificare il territorio circostante, corrispondente all’attuale comprensorio geografico denominato Vittoria Apuana, raggiungendo un organico, tra impiegati ed operai, di 3500 addetti.

.La fabbrica si specializza anche in una serie di servizi per un settore allora all’avanguardia, quello dell’Aviazione. Alla S.I.P.E. di Forte dei Marmi, oltre al servizio di caricamento delle bombe per aeroplano, si svilupperà infatti un settore meccanico destinato alla riparazione degli aerei, in supporto al vicino campo di aviazione del Cinquale di Massa, dove negli anni della Grande Guerra era stata avviata anche una scuola di pilotaggio.

Come la maggior parte degli opifici della SIPE Nobel è probabile che anche quello di Forte dei Marmi sia stato realizzato su progetto dell’ingegner Anderson che realizzò il primo stabilimento di Avigliana, presso Torino, e parte di quello si Signa.

L’architettura della fabbrica del Forte, oggi dismessa e in parte riconvertita in abitazioni, ben richiama infatti il disegno dell’Anderson, soprattutto negli edifici destinati ai laboratori che si presentano come lunghi capannoni, illuminati da grandi finestre ad arco ribassato, aperte con ritmo iterato nel liscio sviluppo della parete. Un disegno lineare, tipico nelle architetture industriali di inizio secolo XX.

 

 

 

 

Nonostante la sua lunga storia, questo complesso industriale è stato per tanto tempo abbandonato e, nel totale, disinteresse non sono state fatte nel tempo proposte di recupero, finché non ne è stata approvata la sua trasformazione ad uso residenziale, ancora in atto. Dell’edificio tardo-ottocentesco restano in attesa le due ali laterali alla palazzina centrale appena restaurata.
(dove è attualmente ospitato un hotel, Villa Oasis).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La fine della guerra rallentò la produzione tanto da licenziare molti dipendenti e si pensò di riconvertire il polverificio quando, nel 1920, terminò l’attività dello Stabilimento con la sua definitiva chiusura su decreto governativo, che impose l’allontanamento del medesimo dal centro abitato.

Con l’espansione dell’attività turistica, tutti i beni della S.I.P.E vennero messi in vendita e la proprietà di circa 600.000 mq di terreno fu lottizzata dalla Società Anonima Cooperativa Vittoria Apuana e dalla Cooperativa che promosse la costruzione di “Vittoria Apuana del Forte dei Marmi”.
Tuttora è possibile osservare i resti della vecchia polveriera, ricoperti in parte dalla vegetazione (come ci evidenziano le immagini da Google Earth) – di fatto allo stato attuale i fabbricati, pur senza alcuna ristrutturazione, sono in parte utilizzati come magazzini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le immagini da Google Earth

 

 

 

 

alcuni fabbricati ristrutturati a servizio del Versilia Golf Club

 

 

 

 

 

 


Info tratte da

  1. Daniela Bertelli, La famiglia Bertelli e il Forte dei Marmi
  2. Claudio Lari, LA S.I.P.E. di Forte dei Marmi”
  3. anna_861, La Polveriera Sipe a Forte dei Marmi. Archeologia industriale (http://blog.libero.it/PrimaGuerra/13416689.html).
  4. Stefania Neri, A spasso con Galatea: il polverificio della S.I.P.E. all’origine di Vittoria Apuana (https://galateaversilia.wordpress.com/2013/07/15/a-spasso-con-galatea-un-polverificio-della-s-i-p-e-allorigine-di-vittoriaapuana/).
  5. Franco Angelo Calotti, Si ricorda la tragedia della Sipe, articolo de Il Tirreno del 31 maggio 2016 (http://iltirreno.gelocal.it/versilia/cronaca/2016/05/31/news/si-ricorda-la-tragedia-della-sipe-1.13576523).
  6. https://www.villabertelli.it/wp-content/uploads/2016/04/La-Fondazione-Villa-Bertelli-SIPE_IMGS_4.pdf