Percorsi versiliesi: da Pruno a Ranocchiaia

9 ottobre 2022 – a Ranocchiaia con il Cai di Pietrasanta

Per antichi sentieri da poco recuperati

 

 

 

 

Interessante itinerario che ci ha portato a raggiungere l’antico alpeggio di Ranocchiaia, piccolo borgo a circa 800 metri di quota, percorrendo una parte del bacino del torrente Deglio, per antichi sentieri, sconosciuti ai più e recentemente ripristinati grazie al notevole impegno di Francesco Vettori dell’Unione dei Comuni della Versilia.
Partiamo dal paese di Pruno (444), che attraversiamo fino a giungere al bel ponte di Pruno, sormontato da un’edicola con maestà rappresentante San Francesco (vedi la scheda relativa sul sito Le Maesta della Lunigiana Storica ); poco dopo il ponte a sinistra imbocchiamo il sentiero che conduce alla cascata dell’Acquapendente (purtroppo adesso quasi priva d’acqua, ma nei periodi migliori è una cascata fantastica. metto alcune foto del maggio 2021).

il lavatoio di Pruno
Edicola con San Francesco
Il Ponte di Pruno

 

Verso l’Acquapendente
Verso l’Acquapendente
La cascata

 

 

La via di Tricella

Poco prima della cascata evidenti frecce in rosso ci indicano la via: attraversiamo quindi il torrente Deglio e percorriamo la Via di Tricella, che si dipana in bella salita attraverso castagneti generosissimi di frutti.
Seguendo i segno rossi raggiungiamo altro sentiero che proviene da Tiglieta e dalla Crepata (antico sentiero da Pruno per Ranocchiaia) segnato con segni rossi e bianchi come quelli del Cai. Dopo un tratto incontriamo la marginetta di Santa Barbara, purtroppo priva dell’icona. Proseguiamo in decisa salita, il sentiero è tutto nel bosco ed è ben individuabile grazie ai numerosi segni e bolli rossi, ma in qualche punto occorre prestare attenzione: ci sentiamo un po’ “Indiana Jones”!

 

 

 

 

 

 

Le Caselle e Monte alla Tana

Raggiungiamo un sentiero pianeggiante in un punto dove arriva anche un sentiero a sinistra dall’alto, Ranocchiaia sarebbe ormai vicina andando verso destra, ma il nostro capogita Marco ci fa fare un giro più largo per raggiungere l’alpeggio delle Caselle (Alpe di Pruno – 840 m.) e poi Monte alla Tana sul sentiero Cai 122. Passiamo così da un bellissimo sentiero con tante scalette di legno e corde ausiliarie quali corrimano, il sentiero che gli abitanti di Ranocchiaia si sono fatti per arrivare più rapidamente da Colle a Iapoli (dove si arriva con la macchina) e le Caselle. Incontriamo infatti un cancello, che di solito è chiuso perché il passaggio è riservato a chi abita lì. Raggiungiamo le Caselle, imbocchiamo in salita il sentiero Cai 122 fino a Monte alla Tana (895 m. – il punto più alto della nostra escursione).
Da qui si prende la deviazione per la Fania e subito dopo si inizia a scendere a destra con ripido sentiero: è la via vicinale per Deglio. Si passa poi accanto a delle imponenti rocce con alberi di edera abbarbicati ad esse quasi in un abbraccio e che disegnano delle spettacolari volute.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le Caselle

 

 

Monte alla Tana

 

 

 

 

Ranocchiaia

Proseguiamo, usciamo sul sentiero da cui eravamo saliti per poi dirigerci verso le Caselle, continuiamo e arriviamo alle case della Rocchetta (820 m.) e subito dopo, finalmente, a Ranocchiaia (803 m.)! Uno sguardo alle varie casette, in pietra, tutte ben tenute, con tavoli e sedie nelle corti per godersi il soggiorno. Continuiamo tra le case, ne vediamo una serie i cui tetti scendono in sequenza uno accostato all’altro. Si raggiunge così l’aia principale, dove leggiamo presso una porta che è “la casa del nonno Petòla”. Un mondo fatato! Il borgo è attraversato dal canale di Ranocchiaia, un torrente dal solco profondo che scende ripido, che si attraversa con alcuni ponticelli tra cui u no molto carino in legno. (Può essere che il nome della borgata derivi dalla presenza di numerosi ranocchi nel canale?)
E qui ci viene incontro Anna, che ha casa qui e discendente di antichi abitanti del luogo, che ci accoglie con grande calore, ci offre ospitalità nella sua casa, ci racconta di come abbia riacquistato la casa dei suoi familiari e vi abbia realizzato il suo “luogo del cuore”. Insieme a lei, tra un racconto e l’altro, prepariamo le mondine e brindiamo con un bicchiere di buon Barbera, all’amicizia e a questo antico mondo addormentato, ma ancora vivo nell’amore di chi qui viene ancora. Anna Guidi è una punto fermo nella cultura dell’Alta Versilia, per le sue conoscenze, capacità di studio e capacità di scrivere e raccontare. Oltre ad Anna è con noi Nunzio, che ha acquistato da poco una casetta qui e ne è entusiasta.
Anna è felice: dice “che bello vedere tanta gente a Ranocchiaia”! ci fa vedere le sue pubblicazioni e un articolo da lei pubblicato su una rivista locale, “Concerto per Ranocchiaia e dintorni“, articolo che è possibile leggere a questo indirizzo:
https://www.versiliahistorica.org/balestrino-post-it.php?id=28

Rocchetta

 

 

 

 

 

 

 

 

Ranocchiaia

Vediamo anche la maestà delle anime del Purgatorio, un tempo collocata in un’edicola sotto il borgo (ora sostituita da copia in gesso)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Faccio un giro tra le varie case e casette del paese, in alto, di fianco a una antica porta una grande pietra di riporto ricorda che Tommaso da Volegno fu lì il 10 giugno 1547.
E su un piastrone di una corte qualcuno ha inciso la scacchiera per giocare a filetto!

 

 

 

 

 

 

 

 

Il ritorno

Purtroppo si impone il rientro, ancora molta strada ci attende e dobbiamo accomiatarci.
Riprendiamo il cammino, attraversiamo il bellissimo ponticello in legno sul canale di Ranocchiaia e continuiamo sulla via vicinale per Deglio, individuando il sentiero all’inizio con qualche difficoltà, ma poi tutto procede bene. Attraversiamo di nuovo il torrente Deglio su un ponticello in legno, in discesa, passando per i ruderi di Case Deglio, ci dirigiamo verso il sentiero di collegamento tra il Cai n. 7 e il Ponte di Pruno. Oltrepassiamo il bivio per l’Acquapendente che è stato il nostro sentiero del mattino e, arrivati al Ponte, ritorniamo in salita al paese per lo stesso percorso dell’andata.
La giornata è finita e ci ha lasciato pieni di soddisfazione, per le belle cose viste, le nuove conoscenze e il momento conviviale. Terminiamo il tutto con uno spuntino al Ristorante Poveromo e ci salutiamo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra i rami degli alberi si intravede di fronte un casolare, sembra abbandonato, chi sa il nome?
Troviamo anche una pietra con incise due croci, chissà se le incisioni sono antiche …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

© fotografie di Antonella Romagnoli
La foto dell’edicola con la copia in gesso delle Anime del Purgatorio è di Anna Guidi