Pomeriggio al castello – Fosdinovo

Un bel pomeriggio in visita a Fosdinovo e al suo splendido castello.
3 aprile 2022

 

 

 

 

Il castello di Fosdinovo (da Fauce Nova, nuovo passaggio, valico) è oggi un raro esempio in Lunigiana per condizioni e conservazione, rispetto ai numerosi ruderi della zona. La fortezza si erge sulla roccia arenaria del colle, costruita nella seconda metà del XII secolo, nonostante nel 1084 si parli già di un Castrum Fosdinovense, da collegare alla famiglia dei nobili di Fosdinovo. Probabilmente in mano a famiglie feudali come i Bianchi d’Erberia, ai Vescovi di Luni e a Castruccio Castracani fino al 1328, legò la sua storia alla famiglia Malaspina dal 1340, con Spinetta Malaspina.

Malaspina è il nome della nobile famiglia italiana discesa dal ceppo degli Obertenghi che resse la Lunigiana e, dal XIV secolo, il marchesato di Massa e Carrara.
Nel 1797, il marchesato di Fosdinovo comprendeva i seguenti territori: Fosdinovo, Marciaso, Tendola, Posterla, Colla, villa di Bardine inferiore, San Terenzo, Giucano, Pompilio, Cecina, Vallecchia, Gorasco (dal 1355), Groppo S. Piero, Pulica (dal 1412), Bibola (dal 1451), Vallecchia, Robbiano (dal 1467), Ponzanello (dal 1481), Gragnola, Castel dell’Aquila, Viano, Casola, Gassano, Tenerano, Isolano, Monzone, Vinca, Equi, Ajola, Monte de’ Bianchi, Ugliano, Montefiore, Argigliano, Codiponte di Cassano, Cortila, Prato-Alebbio, Sercognano, Colognole (dal 1644). Sempre dal 1355, dominava sulle terre dove, nel corso del tempo, nacquero: Carignano, Gignago, Caprognano, Canepari e Caniparola.

Suo capostipite fu Oberto, che fu conte palatino attorno alla metà del X secolo e dal 951 Conte di Luni e Marchese della marca da lui detta obertenga, nella Liguria Orientale (Genova, Tortona, Luni e zone limitrofe). Dei suoi discendenti nel 1220 erano rimasti solo Corrado e Obizzino che furono confermati dall’imperatore nei loro feudi e che nel 1221 divisero le loro signorie: Corrado prende la Lunigiana a ovest del Magra e la val Trebbia in Lombardia, mantenendo lo stemma dello Spino Secco, Obizzino prende la Lunigiana a est del Magra e la valle Staffora in Lombardia, assumendo lo stemma dello Spino fiorito.

L’origine del nome

Il primo a chiamarsi Malaspina fu Alberto, discendente diretto di Oberto (945 d.C.). Sull’origine di questo nome si sprecano teorie e leggende. Una di queste, illustrata in un dipinto conservato in una sala del castello, ne fa risalire l’origine all’anno 540 d.C. quando il giovane nobile Accino Marzio vendicò la morte del padre sorprendendo il re dei Franchi Teodoberto nel sonno e trafiggendolo alla gola con una spina. Il grido disperato del re “Ah ! mala spina !” dette origine al cognome e, in seguito, al motto di famiglia “Sum mala spina bonis, sum bona spina malis” (sono una spina mite per i buoni e una spina dannosa per i cattivi).

Lo Spino Fiorito

Dal capostipite Obizzino si arriva a Spinetta marchese della Verrucola, che comprò le terre della zona dai Nobili di Fosdinovo e qui spostò la sede del marchesato. Senza figli, lasciò il castello ai nipoti, figli del fratello Azzolino: Galeotto, Guglielmo, morto precocemente e Gabriele, poi diventato Vescovo di Luni. I Malaspina di Fosdinovo discendono da Galeotto.
Galeotto iniziò ad ingrandire ed abbellire il castello, opera continuata un secolo dopo dal successore Gabriele II e perfezionata con la trasformazione in residenza signorile a inizio XVI secolo per opera di Lorenzo Malaspina. I Malaspina di Fosdinovo divennero vicari imperiali in Italia e il borgo continuò ad essere possedimento dei marchesi fino al 1802 con Carlo Emanuele. Dopo la parentesi napoleonica, il castello rischiò la demolizione, venendo salvato dalla casa ducale di Modena. Venne quindi acquistato dall’amministrazione dell’Ospedale di Fosdinovo e nel 1866 tornò in mano alla famiglia Malaspina con il marchese Carlo. Passato al fratello Alfonso, morto senza eredi e quindi passò al nipote, Alessandro Torrigiani, figlio della sorella Cristina e del marchese Filippo Torrigiani. Dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il castello venne restaurato da Carlo Filippo Torrigiani Malaspina tra il 1960 e il 1965.

Il castello oggi

Il castello Malaspina, feudo di questo ramo dal XIV al XVIII secolo, è oggi una dimora storica vincolata dalla Soprintendenza per i beni artistici e architettonici. Si trova nel paese di Fosdinovo in provincia di Massa Carrara. È il castello più grande e meglio conservato della Lunigiana.

 

Ancora abitato in parte dalla famiglia dei marchesi Torrigiani-Malaspina, gli attuali proprietari, soprattutto nel periodo estivo, una parte è stata adibita a B&B.
Il castello ospita anche eventi culturali, artistici e laboratori per le scuole.
Può essere inoltre affittato come location per eventi privati e matrimoni.

In visita al castello

Ma entriamo!

Neri, Virginia & Parri, Greta & Parisi, Claudia & Giurranna, Francesca. (2015). Paesaggio e Restauro: modello di studio e metodologia applicativa per i giardini del castello di Fosdinovo (Ms). Il Capitale Culturale: Studies on the Value of Cultural Heritage. 10.13138/2039-2362/1090.

Il castello odierno accoglie il visitatore con una mole maestosa. A pianta quadrangolare, con quattro torri rotonde, un bastione semicircolare, due cortili interni, camminamenti di ronda da cui si vede il mare, giardini pensili, loggiati ed un avamposto verso il Paese detto in antico lo “spuntone”, formidabile strumento difensivo (una sorta di rivellino).

 

 

 

 

 

Sopra l’ingresso principale vediamo uno scudo in marmo rappresentante lo stemma dei Malaspina: leone a collo armato il cui cimiero rappresenta un “serpente” o drago con in bocca lo spino fiorito.

 

Protetta anticamente da un ponte levatoio, la porta d’ingresso duecentesca introduce su di un piccolo cortile in puro stile romanico dove una colonna marmorea, anch’essa del duecento, ne sostiene i loggiati superiori e le rampe di scale, cordonate per il passaggio dei cavalli, che portano al cortile centrale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche qui troviamo di nuovo lo stemma dei Malaspina
Davanti ad esso lo “Spino”, il biancospino che si appresta a fiorire

Si salgono le scale e si accede si accede all’interno del cortile centrale, da cui avremo accesso al castello e ai grandi saloni affrescati.

 

 

 

 

Nel cortile vediamo diversi stemmi: uno scudo con lo Spino Fiorito affiancato da uno scudo con l’Aquila, in ricordo dei legami dei Malaspina con l’impero austriaco, dall’altro lato di nuovo lo stemma dei Malaspina con le iniziali L.M. (Lorenzo Malaspina)

 

 

 

 

 

Tra le numerose sale visitabili ci sono la sala di ingresso, la sala da pranzo con il grande camino settecentesco, la sala del trono, il grande salone centrale con gli affreschi di Dante con i Malaspina.

Nel salone di ingresso gli affreschi sono stati rifatti in tempi più recenti, dopo che erano andati distrutti.
Compare ancora lo stemma del casato.
Anche nella sala da pranzo le pareti erano decorate, ne vediamo traccia,

Salone di ingresso
Sala da Pranzo, il camino
Sala da pranzo

 

 

 

 

 

Il bastione nord

Dalla sala da pranzo si esce sul bastione nord dove si trova, sul prato, un orologio che originariamente era sulla facciata della chiesa del castello, poi distrutta dai bombardamenti; già da qui si gode una magnifica vista sul castello stesso, sul giardino all’interno del quale vediamo un pozzo, e sul panorama circostante: vediamo il Pizzo d’Uccello imbiancato!

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella più antica torre di levante, si trova la cosiddetta “camera di Dante”, dove, secondo la tradizione, dormì il sommo poeta quando fu ospitato al castello durante il periodo d’esilio. Anche qui belle pareti decorate e un affresco quattrocentesco raffigurante una risurrezione,

Gli affreschi presenti nel grande salone centrale raffigurano proprio l’antica amicizia di Dante con i Malaspina e altre storie della famiglia Malaspina. Sul fondo del salone campeggia Spinetta a cavallo. Vediamo anche raffigurato lo stemma degli Scaligeri di Verona con cui ebbe amicizia Spinetta. Nel salone fa bella mostra un pavone in legno, una volta facente parte di una giostra.

Camera di Dante

 

 

 

 

Il salone

 

 

 

 

 

 

 

 

Sul castello di Fosdinovo girano parecchie storie leggendarie. La marchesa lussuriosa Cristina Pallavicini, che dopo la morte del marito Ippolito governò a lungo il feudo, passata alla storia come spietata esecutrice di numerosi amanti, che eliminava facendoli cadere nella botola situata ai piedi del letto. E proprio i trabocchetti erano una prerogativa del castello. Ne esistevano tre, due nel loggiato che dava sull’orto ed uno nella torre d’angolo.

La nostra guida ci racconta anche del fantasma di Bianca

Una volta entrati nella sala del trono, alzate gli occhi, le macchie che vedete sul soffitto raccontano la storia di Bianca Maria Aloisia, figlia del marchese, colpevole di aver amato perdutamente uno stalliere. Nel 1620, il padre la fece murare viva insieme al suo cane e ad un cinghiale, simbolo di ribellione. Da quel momento, nelle macchie impresse sul soffitto, si riconoscono il padre, la figlia e i due animali. E sono in molti coloro che sostengono di aver visto lo spirito della giovane aggirarsi per il castello o un cuore palpitare nel letto che fu di suo padre…

 

 

 

 

Dante

E la leggenda della presenza di Dante nel castello, annosa questione. Se da un parte è praticamente impossibile che in quella camera abbia dormito Dante, è invece probabile che Dante sia passato o stato a Fosdinovo nel 1306, diretto a Castelnuovo Magra per la pace tra i Malaspina e i Vescovi di Luni. In quell’epoca l’originaria e piccola fortezza, non era in mano dei Malaspina, ma sotto il controllo di famiglie nobili locali, come i De La Musca e i Bianchi d’Erberia.
Nella sua Divina Commedia Dante formula un elogio del nobile casato (nella finzione della Commedia il Poeta deve ancora recarsi in Lunigiana, una terra che quindi al momento non conosce):

“Oh!”, diss’io lui, “per li vostri paesi
già mai non fui; ma dove si dimora
per tutta Europa ch’ei non sien palesi?
La fama che la vostra casa onora,
grida i segnori e grida la contrada,
sì che ne sa chi non vi fu ancora;
e io vi giuro, s’io di sopra vada,
che vostra gente onrata non si sfregia
del pregio de la borsa e de la spada.
(Purgatorio, VIII, v.121-126)

La visita del Castello continua ai piani superiori fra innumerevoli altre sale arredate e, soprattutto, lungo il camminamento di ronda, sopra i tetti, che offre uno spettacolo panoramico di incomparabile bellezza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella biglietteria all’ingresso del castello è in vendita una piccola interessante guida al castello.
Il castello si visita con visita guidata, prenotabile anche online sul sito del castello.


Informazioni da questa guida e da:

https://www.terredilunigiana.com/castelli/castellofosdinovo.php
https://www.castellodifosdinovo.it/

Fotografie di Antonella Romagnoli