Percorsi versiliesi: La Cappella – Fornace – Minazzana – Fabbiano

La Cappella – Fornace – Minazzana – Fabbiano – Zona archeomineraria – La Cappella

Bel percorso ad anello quasi tutto su sentieri del circuito SAV (Sentiero Alta Versilia) alle pendici del Monte Cavallo di Azzano.

1^ parte
2^ parte

 

 

 

 

 

Abbiamo impiegato in tutto 6,15, di cui un’ora per le soste e 40′ per la visita area archeomineraria. Tempo totale impiegato in cammino h4 e 35′

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La Cappella – Azzano – Minazzana

Il nostro itinerario inizia dalla Pieve romanica della Cappella, dedicata a San Martino (445 mt), dove parcheggiamo.

Ci incamminiamo lungo la strada asfaltata per raggiungere in pochi minuti il paese di Azzano, lungo la strada incontriamo due marginette, una delle quali sicuramente più antica.

 

 

 

 

Azzano è un piccolo borgo nel comune di Seravezza. È situato, in posizione panoramica sul Monte Altissimo, alle pendici del Monte Cavallo (detto anche Cavallino di Azzano). Citato nel XII secolo, ma sicuramente più antico; in passato forniva carbone e legna al capoluogo poi, con l’apertura delle cave del Monte Altissimo, molti abitanti sono diventati cavatori. Nel borgo si trova la chiesa di S. Michele Arcangelo (XIII secolo, ma ampiamente restaurata nel XIX).
Fra le varie ipotesi etimologiche di Azzano, accanto ad una derivazione dal nome proprio Accius o Actius, accreditato in riferimento ai toponimi circostanti di Fabbiano, Giustagnana, Minazzana, si ipotizza anche una discendenza dal longobardo Zain(j)a, cesta, da cui l’italiano zaino. Azzano, per inciso, è legato dal 1987 a tutti gli Azzano d’Italia da un gemellaggio che ricalca, nell’estensione territoriale, l’espansione dei Longobardi nella penisola (Anna Guidi).

Arriviamo alla chiesa di San Michele Arcangelo che oltrepassiamo, giriamo a destra in salita, troviamo subito indicazione del sentiero Cai 31 che percorreremo fino alla Fornace.

 

 

 

 

Il sentiero segue la stradina asfaltata che passa tra le case del borgo (Via Pianello) e arriva, in un paio di minuti, a un tabernacolo con icona marmorea della Madonna e una Croce della Passione (croce del gallo) in legno. Ignoriamo la strada a destra e quella a sinistra e proseguiamo diritto per il ripido percorso cementato che costeggia le ultime case di Azzano. E’ presente una tabella che illustra i sentieri dei borghi storici di Seravezza, ma l’itinerario che faremo è riportato solo in parte.

 

 

 

 

Il sentiero diventa una bella mulattiera ed entra nel bosco.
Di fronte vediamo tra gli alberi la zona del Monte Altissimo mentre sulla sinistra c’è la dorsale che dal Folgorito arriva al Carchio e al Focoraccia. Incontriamo una bella panca di legno, superiamo un piccolo canale che scende da destra su un ponticello di pietra, mentre il sentiero devia decisamente a sinistra. Poi ne superiamo un altro (Botro di Rimone); il percorso diventa più ripido, percorriamo alcuni tornantini. Incontriamo sulla sinistra un rudere.
La zona che scende verso sinistra è detta la Croce (o forse “Curiceta”?) ed è disseminata di ruderi di vecchie capanne di pastori.

 

 

 

 

Panca
Ceppo ricoperto di muschio
Rudere

 

 

 

 

 

 

Dopo un’ora e 12 dalla partenza arriviamo alla Fornace (mt. 752). L’edificio della Fornace ha una forma circolare che ricorda vagamente un nuraghe e un tetto in buone condizioni; una parte del muro anteriore invece è purtroppo crollata, come ci rivela il confronto con foto di alcuni anni prima. Questo edificio era una calchera usata per arrostire le pietre carbonatiche, di cui ovviamente la zona è molto ricca, per produrre la calce viva da cui poi si otteneva la calce spenta utilizzata per fare la malta usata in edilizia.

 

 

 

 

Foto Anna Guidi

 

 

 

 

 

Qui lasciamo il sentiero 31 e giriamo decisamente a destra verso Minazzana, come ci dice l’indicazione nei pressi della Fornace, su una variante SAV della rete dei sentieri dei Borghi Storici di Seravezza).

Le indicazioni
Il bivio

 

 

 

 

 

Il sentiero, che non è segnato, ma è molto evidente, era usato dai cavatori di Minazzana per andare a lavorare alle Cave delle Cervaiole e si sviluppa nei pendii occidentali del Monte Cavallo, con tratti panoramici sulla Valle del Serra e i monti circostanti (adesso fa parte del circuito SAV, cioè Sentiero Alta Versilia).
All’inizio c’è un’area per sosta: questa zona è conosciuta come Montorno, (come ci diranno diversi cartelli in senso opposto con appunto l’indicazione “5 – Montorno”.

 

Il percorso è un susseguirsi di salite e discese, nella prima parte, poi scenderà costantemente fino a Minazzana. Tra le fronde vediamo sulla destra la cresta Folgorito-Carchio-Focoraccia e dietro di noi l’Altissimo.

A 1h 29′ incontriamo un primo ponticello di legno che supera il Fosso di Pionica. Proseguiamo, incontriamo un abbeveratoio con tavolo (piccola sosta per uno spuntino), il sentiero poi diventa aperto e su strapiombo.

Primo ponticello

 

 

 

 

 

Sotto di noi il paese di Azzano e di fronte le Cave di Trambiserra, già esistenti nel XVI secolo e che trassero impulso da Michelangelo. (narra che proprio in questa Cava il maestro Michelangelo abbia preso i blocchi di marmo che gli servivano per realizzare la facciata della Basilica di San Lorenzo a Firenze. Da quest’area sono in seguito stati estratti anche i marmi e i bardigli impiegati nella realizzazione delle facciate della Basilica di Santa Maria del Fiore a Firenze. )

 

 

 

 

Passiamo tra stipe e ginestra spinosa. Troviamo qui una serie di brevi tratti protetti sulla destra con ringhiere di legno fissate a pali metallici infissi nella roccia, molte sono però mancanti e il tratto avrebbe bisogno di ripristino. La visuale si allarga fino alla costa. Alcuni tratti del percorso, in discesa, sono scalinati e alcuni sono un po’ scivolosi e da percorrere con prudenza.

Indicazione per Montorno

 

 

 

 

 

A 2h 09′ un secondo ponte supera il Fosso San Michele, proseguiamo per tratto ameno nel bosco che ci porta, a 2h 19′, a un bivio con indicazioni, a destra scende una traccia SAV diretta ad Azzano, il nostro percorso invece va a sinistra in direzione Minazzana.

Secondo ponticello

Verso Minazzana

 

 

 

 

 

Il sentiero scende, supera un rudere sulla destra e uno sulla sinistra. Un tratto del sentiero presenta pietre aguzze messe di taglio a delimitarlo, Davide mi spiega che era un uso risalente ai Longobardi.  In alcuni punti notiamo con piacere segni di una recente manutenzione del sentiero.

 

 

 

 

 

 

 

 

Oltrepassiamo un canale con una struttura di captazione dell’acquedotto (zona Sorgente Bovàlico), cui segue tratto ameno nel bosco. Segue ancora la discesa e passiamo presso una vecchia teleferica (02h 35′). Si continua e si passa attraverso una zona con dei pini. La traccia del sentiero si allarga e poi diventa lastronato che ci porta al paese.

Teleferica
Ponticello
Deposito acquedotto

 

 

 

 

 

Muri di confine
Mulattiera lastricata

 

 

 

 

 

Passiamo presso le prime case di Minazzana e a 3 ore dalla partenza siamo su uno stradello asfaltato, presso la sede della Pubblica Assistenza di Minazzana: a sinistra si va a Basati mentre a destra si va alla Cappella. Si vedono bene Procinto, Nona e Matanna, poi il modesto crinale che dal Monte Costa (che vedremo più avanti andando verso La Cappella) si dirige verso il Monte Lieto, con i Pizzi del Bottino, e i monti Rocca e Ornato. Localmente il crinale è chiamato L’Uomo che dorme. Si vede bene anche il borgo di Gallena. La Pubblica assistenza ha una bella area dove in tempi normali si poteva mangiare.

A Minazzana
La Pubblica Assistenza

 

 

 

 

 

Prendiamo quindi la direzione verso destra e sostiamo per pranzo e relax presso il campo sportivo.

Palazzo Mediceo
Campo sportivo

 

 

 

 

 

Le cave del Monte Costa
Gallena
Cava Costa

 

 

 

 

 

Bellissima vista sulle cave della Costa dalle quali si estraevano fino a pochissimi anni fa il marmo bianco ed il cosiddetto “bardiglietto della Costa”. Sul paese di Gallena e, sotto di noi, sull’area del Palazzo Mediceo e Scuderie granducali
Riprendiamo il cammino in discesa su uno stradone in cemento, davanti a noi il Carchio, dopo poco su una curva ritroviamo il nostro sentiero, con indicazione per la Cappella, 30 min, ed entriamo nel bosco per tratto molto ameno che diventa poi una bella mulattiera.

Il Carchio
Bivio

 

 

 

 

 

Dopo 10 minuti incontriamo un bivio con cartelli indicativi: a sinistra il sentiero si dirige a Giustagnana (15 min), noi proseguiamo il percorso principale, superiamo un bel ponticello in pietra, il percorso fa una curva a U verso sinistra.
Nel torrente notiamo una pozza ricavata con pietre opportunamente disposte per favorire la captazione dell’acqua. Di fronte il sentiero che abbiamo percorso arrivando da Minazzana

Bivio per Giustaganana
nel torrente

 

 

 

 

 

Ponte
Ripristino su frana
Il sentiero da Minazzana

 

 

 

 

 

Qui il sentiero appare ripristinato in seguito a una frana che aveva fatto crollare la larga mulattiera (è presente anche una corda fissa, forse in aiuto per il passaggio prima del ripristino del sentiero) che sale fino a raggiungere una marginetta presso dei ruderi. È presente una icona marmorea della Madonna (che sostituisce un’icona più antica trafugata).

 

 

 

 

Subito dopo incontriamo una bella e grande costruzione, con mulino alimentato da un ramo del Canale di Riomagno (località Al Molino).

 

 

 

 

La mulattiera sale, incontriamo un bivio a destra (che dovrebbe portare al cimitero sopra la Cappella), noi proseguiamo a diritto per raggiungere in breve la strada che da Seravezza porta a ad Azzano, in corrispondenza del bivio per il paese di Fabbiano (387 mt). Scendiamo per visitare il paesino, molto grazioso e con molte case ristrutturate.

Fabbiano

Il Paese di Fabbiano (350m s.l.m), fondato dai Romani, è completamente privo di circolazione macchine, poiché le strette strade tra le tipiche case di pietra, prevalentemente ristrutturate, non ne permettono il passaggio.
Purtroppo da qualche anno è stata chiusa l’unica bottega di alimentari e l’unico bar del paese.
Nonostante questa mancanza, specialmente nelle calde serate estive, sia i «Fabbianesi» che i turisti si ritrovano «sulla Piazza delle Chiacchiere», da poco ristrutturata (in bardiglio e marmo bianco) per godere il fresco e fare due chiacchiere seduti sulle panchine.
Le conosciutissime (storiche) cave di marmo, ormai inattive, che sorgono intorno al Paese, sono un punto di richiamo per tutti coloro che vogliono fare escursioni e passeggiate e attraverso la vecchia mulattiera, arrivare fino a “La Cappella” (chiesa storica del 12esimo secolo), Azzano, Rio Magno e Seravezza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fabbiano – La piazzetta

 

 

 

 

 

Fabbiano-Anfiteatro-naturale
da pagina FB Fabbiano di Seravezza

 

 

 

 

 

 

Attraversato il paese arriviamo a un’ampia area erbosa, quasi un anfiteatro naturale, poi si risale verso la Cappella che raggiungeremo dopo una visita all’area archeomineraria, percorrendo una bellissima mulattiera.

L’area archeomineraria

Tutte le info le trovate qui:
http://www.apuanegeopark.it/apuanegeopark_geotur_cave_cappella.html
http://www.apuanegeopark.it/apuanegeopark_geotur_cave_cappella_2.html

In entrambe le cave affiora il ‘bardiglio Cappella’, un marmo di intenso colore grigio morato, che si caratterizza per la presenza di una listatura sul fondo, a fasce parallele azzurro-chiare, con leggere sfumature bianche.

Bardiglio deriva dallo spagnolo pardillo, diminutivo di pardo, cioè ‘grigio’. Il colore è dovuto alla diffusione di pirite microcristallina. Quando viene frantumato, il bardiglio emette, per breve tempo, un tipico odore solfureo

“Il Monte delle Cave della Cappella è assai alto, e da esso si scuopre gran tratto di mare: dietro a lui resta [il] Monte Altissimo, ignudo, e bianco come se fosse coperto di Neve (…). Dirimpetto al Monte delle Cave, si vede il precipitoso sporto di Monte detto Trambiserra, che ha filoni di Marmo simili in tutto e per tutto a quelli del Monte della Cappella, anziché da esso si cava medesimamente il Bardiglio, ed il Marmo bianco, laonde fa chiaramente conoscere, che anticamente era unito, e continuato con quello della Cappella, ma poi è stato diviso e tagliato dall’acque del Rimagno”. (1)
Giovanni Targioni Tozzetti, Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana,  II ediz., Cambiagi, Firenze 1773,

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torniamo su per la bella mulattiera che passa in mezzo a grossi muri di contenimento. Oltrepassiamo altro sentiero che scende a Fabbiano, poi passiamo davanti a una marginetta con icona marmorea, recente, raffigurante San Giovanni Battista che battezza Gesù ma con scritta che riporta “Apuanarum Parricus, Parco delle Apuane. Infatti l’icona è stata scolpita dallo scultore Philippe Delenseigne su commissione del Parco e inaugurata nel 2005
http://www.fireback.it/pagine/apuanarum-parricus.htm

Indicazioni
Sentierino per Fabbiano

 

 

 

 

 

La marginetta
Apuanarum Parricus

 

 

 

 

 

Poco prima di arrivare alla Pieve di San Martino passiamo davanti ai ruderi dell’Oratorio dell’Annunziata.
Troviamo anche un’altra tabella illustrativa del sito.

 

 

 

 

Oratorio dell’Annunziata
La Cappella

 

 

 

 

 

La nostra escursione è terminata, siamo molto soddisfatti

Foto di Laura Ferrari