Camaiore Antiqua 14 da Orbicciano a Fibbiano

Questo itinerario fa parte del progetto “Camaiore Antiqua“: 15 percorsi per il trekking ad anello alla riscoperta di vecchi sentieri e delle bellezze del Comune di Camaiore.

Carta Camaiore Massarosa 4Land

Quota partenza metri metri 230 (Orbicciano)
Quota massima metri 490 (Anticiana)
Itinerario totale 12 km

10 aprile 2023 – Con Bix e Lucilla – Non siamo riuscite a completare l’anello per impercorribilità del tratto dopo Fibbiano.
Il percorso viene descritto sul sito del Comune di Camaiore come con segnaletica da completare. In realtà la segnaletica è davvero scarsa e spesso confusa, per fortuna noi seguiamo il percorso sul tracciato che è riportato sulla mappa Osmand.

Il percorso ha inizio nei pressi della chiesa romanica di Orbicciano dedicata a San Lorenzo.

 

 

 

 

Orbicciano era compreso nel distretto lucchese delle Seimiglia unitamente a Fibbiano e Anticiana, poi annesse alla Vicaria di Camaiore nel 1617. Orbicciano è citato nel 984 come villaggio del piviere di Monsagrati. Sappiamo da antichi documenti che a Orbicciano esisteva già dal 1183 un castello, del quale si sono perse le tracce. Notevole la chiesetta in stile romanico dedicata a S. Lorenzo, databile ai secoli IX-X. Interessante la chiesa parrocchiale di S. Giorgio ricordata nel 967, che conserva nel suo campanile una campana datata all’anno 1271.

Il primo tratto, fino ad Albiano castello, è quasi tutto su strada asfaltata. Si passa davanti alla chiesetta di San Giorgio, e poi si passa per la strada che conduce alla bella Villa Spada: nei fabbricati annessi alla tenuta (probabilmente con appartamentini affittati a turisti) ammiriamo una chiesetta inglobata nell’edificio.

 

 

 

 

Poco dopo si incontra un bel mulino, a buon punto con la ristrutturazione, sarà un futuro B&B. Il proprietario ci dice che si chiama Il Mulino (o frantoio) di Baale e ce lo fa visitare.

L’antico frantoio di “Baale” è immerso nel verde delle colline versiliesi. La proprietà è attraversata dal torrente Rio Pratolino ed ospita tra le rocce una sorgente perenne, una piscina naturale ed una suggestiva cascata. L’immobile è un ex frantoio per le olive che mantiene ancora tutte le caratteristiche e le finiture originali di uno storico edificio rurale in pietra e si sviluppa principalmente su due livelli. Nel frantoio, sono ancora conservate le macine, le vasche e l’antico torchio con gli ingranaggi in legno. La proprietà è soggetta al vincolo sulle Belle Arti e Paesaggi che gli conferisce una particolare protezione.

 

 

 

 

Proseguiamo verso il paese di Albiano, raggiungiamo la chiesa di Santa Maria e poi il piccolo nucleo dove si trova un ristorante (Il Castello) e alcune case costruite sui resti del castello. Interessante la villa appartenuta all’illustre famiglia Borromei. Il piccolo borgo trae origine dall’esistenza di un castello feudale dell’XI sec., oggi nascosto e inglobato nelle poche case del piccolo abitato.
Dall’altra parte della valle scorgiamo già Fibbiano.

La chiesa di Santa Maria Albiano ha origini antiche tanto che risulta elencata nell’Estimo della Diocesi di Lucca del 1260 sotto l’egemonia della Pieve di Monsagrati con la dedicazione a Santa Maria. L’edificio di culto, costruito in prossimità di un’antica torre di avvistamento riconvertita a campanile, presentava con ogni probabilità pianta rettangolare ed era di piccole dimensioni. Durante la visita pastorale del 1630 il visitatore nota le precarie condizioni statiche della torre che viene definita nel seguente modo “da metà fino al vertice minaccia rovina” e ne dispone quindi il consolidamento e il restauro; tali lavorazioni devono essere state eseguite in tempi brevi se nella relazione della visita pastorale successiva non vi si fa riferimento alcuno. Secondo quanto scritto nel questionario della visita pastorale del 1932, nell’ambito dell’intervento sul campanile, viene colta l’occasione per procedere anche all’ampliamento della chiesa. I dettagli di tale operazione non sono riportati per cui è solo grazie all’analisi dei paramenti murari dei fronti laterali che è possibile supporre che l’ampliamento sia avvenuto dal lato della facciata. Nel corso del secolo XX la chiesa subisce una serie di interventi di piccolo conto quali il rifacimento della pavimentazione e della balaustrata nel 1912, la riparazione dei danni arrecati dal terremoto del 1920 nello stesso anno e il consolidamento del terreno su cui sorge l’edificio per limitare gli eventi franosi nel 1997
(http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&code=79322&Chiesa_di_Santa_Maria_Assunta__Santa_Maria_Albiano,_Camaiore)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il percorso prosegue e poco dopo si abbandona la strada asfaltata imboccando una mulattiera/sentiero – finalmente troviamo un cartello indicatore! Sotto di noi un ultimo sguardo ad Albiano.

 

 

 

 

Si raggiunge il piccolo borgo di Anticiana, anch’esso villaggio compreso sin dal 984 nel piviere di Monsagrati, che conserva interessanti strutture medievali ed è composto da una zona più bassa e con case antiche molto rustiche e una più alta con belle case alcune ristrutturate. Le indicazioni ci conducono a una croce e successivamente si passa di fronte a una edicola sacra. Si rientra sulla strada e si raggiunge la parte alta del borgo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo il borgo il sentiero entra nel bosco, seguendo la mulattiera di Rovigliano; questo tratto è molto bello, scende fino a oltrepassare il Fosso del Pratalino, presso il quale si trova una fonte con abbeveratoio, risale (qualche albero caduto, ma scavalcabile, sarebbe però opportuno ripulire il percorso) fino a incrociare una sterrata, dove piega decisamente a sinistra e scende verso l’abitato di Crospoli. Qui alcuni abitanti ci segnalano che occorre scendere per la strada asfaltata perché il sentiero è interrotto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Raggiungiamo così il bel paesino di Fibbiano, che visitiamo e dove facciamo una piccola pausa per rifocillarci.

Il borgo di Fibbiano Montanino, 495 mslm, è un piccolo centro risalente ad epoca romana, con i suoi vicoli, le sue case in pietra, gli originali muretti a secco. Sorse intorno ad un casale agricolo, appartenente ad un colono Romano chiamato Flavius, dal quale prenderà anche il nome “Fundus Flavianus”, topononimo trasformatosi nel corso dei secoli in Flabbiano e in fine Fibbiano, a cui venne aggiunto successivamente il termine Montanino per indicare la sua collocazione nella parte montana della Valfreddana.
Fibbiano viene ricordato per la prima volta in una pergamena del 983, nella quale il Vescovo Teudigrimo allivellò dei beni in “loco Flabbiano” a un certo Benedetto.
Alla fine del periodo longobardo, il paese seguì la stessa sorte dei borghi vicini, con l’affacciarsi dei Lucchesi nella Valfreddana (XIII secolo),  i vari Signori feudatari locali furono costretti a giurar fedeltà alla Repubblica di Lucca e Fibbiano insieme alla altre “Terre” vicine venne inserito nel “Distretto delle Sei Miglia”, che nel 1617 verrà aggregato alla Vicaria di Camaiore.
Fibbiano grazie alla sua posizione montana, rimase poco coinvolto nelle continue guerre medievali fra le varie potenze militari della regione, Lucca Firenze e Pisa,  spesso aiutate da eserciti provenienti da altre città italiane, che transitarono lungo il fondovalle spesso saccheggiandolo (Visconti e il Conte Federico Ottinghen, primi di maggio 1329).
La chiesa, intitolata a San Francesco, antecedente al 1200, venne ricostruita nel 1731 come pure il suo campanile (l’antica torre-campanaria del borgo) nel 1799; su un lato del campanile sopra un’antica feritoia è collocata una pietra con scolpita una data, poco decifrabile ma che potrebbe esser stata messa durante la ristrutturazione dello stesso campanile (1799).
(contadolucchese)

 

 

 

 

Crospoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si riparte e si scende lungo il sentiero che attraversa la strada e prosegue scendendo fino al Fosso dei Canali. Qui la situazione diventa complicata: molti rovi e alberi e alberelli caduti. Cerchiamo di proseguire, con determinazione, sperando in un miglioramento della situazione, ma a un certo punto il muro di rovi diventa invalicabile. A malincuore torniamo indietro. Nel bosco intrigato, lungo il fosso, intravvediamo un abbeveratoio.

 

 

 

 

Potremmo proseguire per la strada verso sinistra e tentare di recuperare il C14 dopo alcune curve, ma l’incertezza sulla sua percorribilità ci fa preferire di prendere a destra e scendere per il tracciato TFC che per fortuna è ben percorribile. Lungo il percorso incontriamo un bel ponticello antico: forse anche da qui si raggiungerebbe il C14, come sembrerebbe da alcune tracce di altri escursionisti trovate su Wikiloc.

Vista su Crospoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il sentiero continua lungo il Fosso del Pratalino, in un bell’ambiente che ci ricorda un po’ l’Amazzonia a Valdicastello, e ci riconduce nei pressi del Mulino di Baale.

 

 

 

 

La nostra escursione è terminata, purtroppo ci siamo perse un pezzo, avremo percorso circa 8 km. Dopo qualche foto nella borgata di Misigliano (da cui saremmo dovute rientrare se avessimo fatto tutto l’anello) dove vediamo una imponente e signorile villa in ristrutturazione, e alla chiesa di San Lorenzo, ci rechiamo in auto nell’altro antico paese di Migliano (che ci siamo perse), molto caratteristico, che visitiamo. Prendiamo visione di dove sarebbe transitato il percorso che abbiamo abbandonato causa forza maggiore, nei pressi di una marginetta.

 

 

 

 

Comunque soddisfatte della giornata, rientriamo a casa e ci concediamo una birretta al bar dell’amico Marcao a Montemagno.

 

 

 

Migliano

Antico villaggio anch’esso afferente sin dall’anno 984 al piviere di Monsagrati, e dal 1308 incluso amministrativamente nella Vicaria di Camaiore. Il paesino che mi è piaciuto più di tutti. Case antiche in pietra, archi e sottopassi. La chiesa del paese, dedicata a San Martino, è leggermente spostata su un poggio, in mezzo a un piccolo prato; citata per la prima volta nell’834, venne ingrandita nel XVII secolo. Da lì si gode una magnifica vista sul paese di Gombitelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Testo e foto di Antonella Romagnoli

Info da Comune di Camaiore e altri siti internet