Convalle: la Chiesa Alta

Convalle – Chiesa di San Simone e Giuda

La “Chiesa alta”.

Foto di Marcello Ricci
Foto di Marcello Ricci

 

 

 

 

 

Risalente al 1158 è situata in posizione sopraelevata, e molto panoramica, rispetto al nucleo abitativo di Convalle
Attualmente la chiesa è in disuso e in notevole stato di degrado, soprattutto all’esterno. Ed è un vero peccato, perché la collocazione e l’ambientazione sono uniche e meravigliose.

La mia prima visita è del maggio 2023, quando arrivo alla chiesa da dietro, da un sentiero che si diparte dal paese e sale verso la chiesa, qui prenderò visione soltanto della parte esterna.

(Questo sentierino coincide con il Sentiero delle Colline Lucchesi (SCL) che prosegue oltre la chiesa e  tocca i borghi del Comune di Pescaglia Villa Buona, Piazzanello, Piegaio, Gello, Colognora.)

 

 

 

 

Durante la seconda visita a Convalle, circa un mese dopo, riusciamo a visitare anche l’interno della chiesa  grazie a Francesco, giovane abitante di Convalle, che ci conduce in questa emozionante visita.

 

 

 

 

“La notizia più antica che ricorda la chiesa parrocchiale dei santi Simone e Giuda in Convalle si trova in un documento dell’archivio arcivescovile di Lucca e porta la data del 1158. Molto probabilmente è da riferire proprio a quest’anno la costruzione della chiesa nel sito in cui si trova attualmente.
La chiesa parrocchiale dei Santi Simone e Giuda apostoli in Convalle si presenta come un fabbricato a croce latina concluso da abside semicircolare. L’accesso principale avviene tramite un loggiato sul fronte ovest, che, insieme al campanile, di forma quadrata, e la canonica costituisce un unico corpo. Sul fronte nord vi sono una stanza per l’alloggio degli arredi sacri comunicante con l’interno della chiesa e la sacrestia. Le murature perimetrali sono in pietra intonacata, mentre la struttura principale del tetto è in legno ed il manto di copertura è in cotto toscano di embrici e tegole. Le fondazioni dell’intero complesso sono in pietra. Lungo la facciata nord si aprono tre finestre in legno archivoltate; sulla sommità della facciata si trova una finestra a bifora. All’interno, sopra, l’ingresso vi è l’organo del secolo XIX a cui si accede da camminamento interno al campanile. Alle pareti della navata centrale vi sono due file di paraste in mattoni stuccate in gesso che sorreggono le volte del tetto. Nelle seconde campate della navata, sia a nord come a sud, sono ubicati due altari laterali in mattoni e con rivestimento in finta pietra dedicati alla “Madonna della Consolazione” e alle “Anime del Purgatorio”. La controsoffittatura della volta è in gesso con struttura portante in cannicciato e curvata ad ottenere una volta a botte, mentre all’incrocio tra la navata ed il transetto è a crociera e in entrambi i transetti è a botte. Le pareti e le controsoffittature sono decorate da stucchi e finti marmi e all’interno del catino absidale è situato un affresco che raffigura Dio Padre in gloria tra santi. Sull’arco del catino absidale vediamo raffigurato il Volto Santo, con la corona e il collare d’oro (realizzati nel 1600 da Ambrogio Giannoni per la statua lignea di Lucca)”
(http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=82870)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Entriamo adesso nella chiesa

 

 

 

 

Affresco con San Simone e Giuda
Il Volto Santo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In sacrestia

 

 

 

 

 

 

 

Ma chi sono Simone e Giuda?

“Il primo era soprannominato Cananeo o Zelota, e l’altro, chiamato anche Taddeo, figlio di Giacomo.
Nei vangeli i loro nomi figurano agli ultimi posti degli elenchi degli apostoli e le notizie che ci vengono date su di loro sono molto scarse. Di Simone sappiamo che era nato a Cana ed era soprannominato lo zelota, forse perché aveva militato nel gruppo antiromano degli zeloti. Secondo la tradizione, subì un martirio particolarmente cruento. Il suo corpo fu fatto a pezzi con una sega. Per questo è raffigurato con questo attrezzo ed è patrono dei boscaioli e taglialegna.
L’evangelista Luca presenta l’altro apostolo come Giuda di Giacomo. I biblisti sono oggi divisi sul significato di questa precisazione. Alcuni traducono con fratello, altri con figlio di Giacomo.
Matteo e Marco lo chiamano invece Taddeo, che non designa un personaggio diverso. È, invece, un soprannome che in aramaico significa magnanimo. Secondo san Giovanni, nell’ultima cena proprio Giuda Taddeo chiede a Gesù: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». Gesù non gli risponde direttamente, ma va al cuore della chiamata e della sequela apostolica: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». L’unica via per la quale Dio giunge all’uomo, anzi prende dimora presso di lui è l’amore. Non è un caso che la domanda venga da Giuda. Il suo cuore magnanimo aveva, probabilmente, intuito la risposta del Maestro. Come Simone, egli è venerato come martire, ma non conosciamo le circostanze della sua morte. Secondo gli Atti degli Apostoli, però, sappiamo che gli apostoli furono testimoni della resurrezione, e questa è la gloria maggiore dell’apostolo e di ogni discepolo di Gesù.
La loro festa il 28 ottobre è ricordata dal calendario geronimiano (sec. VI). In questo stesso giorno si celebra a Roma fin dal sec. IX.”
(https://www.santiebeati.it/dettaglio/21875)

La Cappellina

Poco prima di arrivare alla Chiesa salendo dalla scalinata troviamo una cappellina con all’interno un affresco rappresentante Maria con il Bambino