Da Pruno a Mosceta – 8 dicembre 2019

Da Pruno a Mosceta passando per Colle a Iapoli, Le Caselle, Passo dell’Alpino e ritorno dalla Fania.

L’escursione, effettuata nel giorno del ricordo dei caduti in montagna, la dedicai al fido Pepito, con il quale feci lo stesso percorso nell’ottobre del 2012 in occasione della “smondinata” Uoei alla Fania.

Pruno 468 mt. – Rifugio del Freo 1180 mt Dislivello 712 mt
Tempo impiegato 5:30/6 h (comprese le soste) – Sentieri 122, 9, 124

Dal sito Escursionismo360 – mappa dell’itinerario (tralasciare la parte sulla Pania)

Difficoltà(semplice); in salita continua, richiede il necessario allenamento, ma non presenta difficoltà.


Prendiamo a prestito l’ottima descrizione riportata sul sito ecursioniapuane.com.
I tempi sono quelli indicati nella loro relazione,ma più o meno corrispondono ai nostri.
Il sentiero è molto interessante e panoramico. Molto interessanti sono gli alpeggi che esso attraversa con le testimonianze della dura vita dei contadini versiliesi del passato.

La partenza è a Pruno, 468 mt. Il sentiero  CAI 122 inizia di fronte al parcheggio: dobbiamo seguire la scalinata che porta ai lavatoi e ad una fontana.
Salendo cominciamo a vedere Volegno e i monti che circondano Pruno. A 5’ il sentiero devia a destra, mentre a sinistra si va all’Ostello di Pruno.
Segue un tratto ripido e aperto con due marginette recenti, dedicate a vittime della guerra (Guidi e Luisi).

 

 

 

 

Ostello di Pruno

 

 

 

 

 

Il sentiero è una bella mulattiera nel castagneto, in alcuni tratti ripida, la percorriamo con attenzione perché il terreno, con foglie che ricoprono i sassi, è scivoloso.
A 27’ siamo presso la maestà di Bartolomeo di Pietro, la cui immagine marmorea risalente al 1661 è stata trafugata e sostituita da una copia. Presso la maestà notiamo un sasso con iscrizione.

 

 

 

 

Continuiamo a destra e in breve (34’) siamo presso a un’altra casa ben tenuta, qua passa una strada asfaltata che porta a Colle a Iapoli  dove siamo diretti e che seguiamo prendendo a destra.

 

 

 

 

A 40’ il sentiero lascia la strada dirigendosi a destra ed è ben indicato su una roccia in alto. Ben presto esso diventa una mulattiera e a 45’ siamo ad un’altra marginetta (Gesù morto in croce), anch’essa ha l’immagine sostituita da una copia in gesso.

Maestà di Gesù morto in croce

 

 

 

 

 

 

Pruno
foto Fabio Frigeri

 

 

 

 

 

Continuiamo a destra e subito dopo siamo a un grosso invaso per l’acqua, dove incontriamo la strada che qua finisce. Infatti siamo a Colle a Iapoli, presso l’alpeggio di Tiglieta (746 m). Il luogo è straordinariamente panoramico sulla Pania della Croce, sulla Cresta Pulita e sui monti Forato, Croce, Nona, Matanna e Procinto.

Colle a Iapoli, il panorama superbo

 

 

 

 

 

Continuiamo per la mulattiera e a 54’ siamo a un’altra marginetta con una bella immagine originale del 1849 (Il rilievo rappresenta la Madonna Immacolata, con San Nicola di Bari e Sant’Ambrogio – è detta La Marcona ed è posta a 800m).

Il sentiero va a sinistra
La Marcona

La Marcona

 

 

 

 

 

Il sentiero continua ripido a destra per un tratto a lastroni con sulla sinistra un ruscello. A 01h 01’ siamo alle Caselle, a circa 835 metri, straordinaria borgata in parte recuperata. Abbiamo, sulla destra, un gruppo di case posto in posizione panoramica sulla Pania, questo è l’Alpe di Pruno, mentre 100 metri più avanti, sulla sinistra, passato il torrente su un ponte, c’è l’Alpe di Volegno. Quindi la località era divisa in due parti, entrambe in posizione panoramica. Un cartello ci spiega i nomi e quale fosse la vita contadina negli alpeggi.

Le Caselle – È un alpeggio a circa 830 metri diviso tra le comunità di Pruno (a est) e di Volegno (a ovest), il confine è dato da un ruscello attraversato da un ponticello di legno. Nel versante di Pruno c’è un gruppo di case con vista panoramica sulla Pania della Croce, Costa Pulita, Forato, Nona, Matanna. Alcune abitazioni sono state risistemate mentre altre sono in abbandono. Nel versante di Volegno ci sono alcuni ruderi che ospitarono il primo rifugio Cai di Viareggio dal 1936 fino al 1949. In precedenza era un rifugio privato detto Refugium venatorium frequentato dai cacciatori di Pruno e di Volegno, poi divenne Rifugio Versilia, proprietà del signor Giuseppe Giusti, in seguito fu dedicato a Cesare Gaddi primo presidente della sezione Cai di Viareggio. Oltre ai ruderi c’è anche una costruzione risistemata e in bella posizione panoramica su Matanna e monti vicini.

 

Alpe di Pruno alle Caselle (835 mt)

 

 

 

 

Alpe di Pruno
Alpe di Pruno

 

 

 

 

 

Saliamo ancora e poco dopo troviamo altri due bei casolari serviti da teleferica: siamo al Monte della Tana e subito dopo i casolari, a 01h 12’ siamo al bivio per la Fania. A destra si stacca il sentiero non numerato, ma segnato di giallo, che in 50’ porta alla Fania (dove andremo al ritorno scendendo da Mosceta con il sentiero 124).

Monte alla Tana (898 mt)

Monte alla Tana è fra i beni lasciati per testamento da Don Stefano Mazzucchi e gestiti dall’Opera Pia Mazzucchi. La tabella descrittiva ce ne racconta un po’ di storia

Monte alla Tana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Adesso invece seguiamo ancora il sentiero 122 e troviamo subito una marginetta piuttosto recente, con immagine marmorea della Madonna con il Bambino (902 mt).
Il sentiero prosegue in salita, a sinistra della marginetta, mentre l’ampia traccia di destra porta all’alpeggio di Pereta; qui si troverebbe il Bed & Breakfast Fuorimano, ma non sappiamo se sia ancora in funzione.

Monte Croce

 

Marginetta dopo il bivio per la Fania

 

 

 

 

 

Proseguiamo in salita e troviamo alcuni ruderi. Secondo la tabella precedentemente vista su Monte alla Tana sarebbe la Casa dell’Angiò o del Nanania, ormai appunto ridotta a rudere. Il Nanania, soprannome di Pietro Mazzucchi, era uno degli ultimi abitanti dell’Alpe. Anche questa casa fa parte dei beni dell’Opera Pia Mazzucchi.

Ruderi

 

 

 

 

 

L’Opera Pia Mazzucchi nasce l’8 novembre del 1725, per volontà testamentaria di don Stefano Mazzucchi, rettore della Chiesa di San Niccolò di Pruno. La volontà di don Mazzucchi ricalca il gesto di San Niccolò a cui è intitolata la parrocchia e la cui statua, opera del Baratta, campeggia sull’altare della chiesa. Fra i molti atti di generosità del santo, si annovera quello di gettare nottetempo tre sacchetti colmi d’oro alle tre figlie del vicino di casa, caduto in miseria, e dunque impossibilitato ad assicurare loro la dote. Con quel gesto il giovane Nicola scongiurò che le fanciulle finissero sulla strada. All’Opera Pia Mazzucchi il compito di rispettare nella sostanza, pur nel mutato scenario storico sociale, la volontà testamentaria di don Stefano.

Il sentiero entra in un boschetto per continuare tra rade betulle e poi per balze erbose, inciso nel terreno argilloso.

A destra il panorama si apre sulla Pania della Croce. A 1h 44’ siamo alla Foce di Borra Larga (proprio sopra la cava dell’Ussaccio) a cui arriva anche il sentiero 123 piuttosto disagevole da Retignano. Qua si gode di un bel panorama sulla strada a tornanti per le cave del Corchia, sul mare e sui tre paesi di Levigliani, Terrinca e Basati, che appaiono allineati, sulla destra c’è una bella rupe Al passo si trovano, oggi, i pannelli illustrativi e le frecce direzionali verso sei postazioni fortificate sulla Linea Gotica realizzate dagli Alpini della Monterosa.
Infatti questo tratto del sentiero 9 costituisce il Sentiero di Pace n. 5 denominato “Le trincee e i rifugi della Monterosa”.

Monte Sullioni
Foce di Borra Larga
Levigliani – Terrinca – Basati

 

 

 

 

 

 

La Linea Gotica
Postazione Linea Gotica

 

 

 

 

 

La Borra Larga si trova presso la cava dell’Ussaccio e la cava omonima e sale fino alla foce sovrastante dove si incontrano il sentiero 122, da Pruno, con il 123 da Retignano. La foce (quota circa 1100 metri) rimane sul crinale del monte Alto e da essa si gode di una bella vista sulla strada a tornanti per le cave del Corchia, sul mare e sui tre paesi di Levigliani, Terrinca e Basati che appaiono allineati.  La Borra Larga non può essere percorsa a piedi per l’estrema ripidità.

 

Proseguiamo verso destra per traccia ben segnata, avendo di fronte la Pania e a sinistra il monte Corchia. A 01h 57’ siamo al passo dell’Alpino, ripiano panoramico a quota 1080 metri situato sul crinale del monte Alto, Qui arriva il sentiero 9 delle Voltoline proveniente da Levigliani. Il passo dell’Alpino è così nominato per la presenza di postazioni difensive della 4a divisione alpina “Monterosa” (R.S.I.); il battaglione rimase attivo durante l’inverno 1944-45, nel tratto più elevato delle Alpi Apuane, dal monte Altissimo fino oltre il gruppo delle Panie.

 

passo dell’Alpino

 

 

 

 

 

Adesso continuiamo lungo il sentiero Cai n.9, verso destra, e saliamo per rocce scalinate un breve tratto conosciuto con numerose lapidi e recenti indicazioni di varie postazioni della Linea Gotica.

A 2h 05’ siamo a una maestà, la Marginetta del Monte, in posizione panoramica sulla Valle di Pruno, sulla Pania della Croce, sul Forato, Procinto, Matanna e Croce. Fu costruita nel XVIII secolo dalla Comunità di Levigliani e restaurata nel 1986. All’interno si trova un’icona marmorea della Visitazione di Maria a Elisabetta con Santi, risalente al sec. XVII, oltre a numerose lapidi ricordo. Ammiriamo la mole imponente della Pania.

Marginetta del Monte
Interno della maestà
Verso Foce di Mosceta

 

 

 

 

 

Il sentiero continua ameno a mezza costa sempre molto panoramico sulla Pania e in pochi minuti entra in un’abetaia da cui esce alla Foce di Mosceta (2h 32’), dove è presente un’altra maestà e numerose indicazioni di sentieri. Incontriamo qui l’amico Fernando Lazzarini e ci facciamo una foto ricordo.

L’amico Fernando
Foce di Mosceta – dal sito Escursionismo360

 

 

 

 

 

 

Saliamo verso sinistra e in pochi minuti siamo al Rifugio Del Freo (2h 42’), posto alle pendici del monte Corchia e molto panoramico sulla Pania e sul Pizzo delle Saette. Poco prima del ponticello incontriamo l’amico Raimondo Benassi con i suoi scout! Piccola sosta per riposarci e rifocillarci con un bicchierotto di vin brulé preparato dagli amici del Cai Viareggio, è infatti la giornata del ricordo dei caduti in montagna, c’è stata anche la santa messa. Il tempo ormai è decisamente volto al brutto e pioviscola.

 

 

 

 

 

 

Torniamo indietro verso la foce di Mosceta e a 3h 23’ siamo all’indicazione del sentiero 124 che imbocchiamo in discesa, diretti alla Fania (0,40 minuti); il sentiero scende ben segnato, tenendo alla sinistra la Pania della Croce, mentre a destra c’è inizialmente un boschetto di abeti.

Foto Escursionismo360

 

 

 

 

 

Il primo tratto è ripido, a tornantini, poi segue un tratto più ameno erboso e sempre ben aperto.
A 03h 58’ iniziano i primi alberi, poi segue una discesina fino a superare un canalino che scende dalle pareti della Pania.
Il sentiero prosegue tranquillo con aumento del sottobosco.

A 04h 18’ siamo alla Fania (905 mt). Qua si trova un rifugio dell’UOEI Pietrasanta. Il bellissimo faggio centenario che ha dato nome al rifugio purtroppo è seccato in questi ultimi anni.
La zona è un bel pianoro panoramico sulla Pania e i monti vicini, ed è presente una bella fonte.
Entriamo e veniamo gentilmente invitati a pranzo dai presenti, che ci accolgono con una cordialità e gentilezza straordinaria.

Rifugio UOEI Pietrasanta alla Fania (foto 2012)

 

 

 

 

 

 

 

Terminato il pranzetto riprendiamo il cammino per il sentiero segnato in giallo tramite il quale scendiamo fino ad attraversare il torrente Deglio (quello che più in basso forma la cascata dell’Acquapendente)
Attraversiamo due case cui si accede da una bella scala in mezzo alle due, una iscrizione riporta il nome La Fadigata (877 mt).
Il nostro sentiero risale fino a riprendere il sentiero 122 dell’andata e tornare così a Pruno.

Per il ritorno si può dalla Fania anche proseguire sul 124 per Collemezzana e poi rientrare a Pruno passando per l’Orzale (sentiero 7) e il sentiero SAV.