Percorsi lucchesi: L’acquedotto del Nottolini

L’acquedotto dalla prospettiva di Google Maps

 

 

 

 

L’acquedotto del Nottolini è un acquedotto di stile “romano” – costruito infatti sul modello degli antichi acquedotti romani – situato a Lucca e realizzato dall’ingegnere e artista lucchese Lorenzo Nottolini nella prima metà del 1800.

 

 

 

 

Foto dal portale turistico del Comune di Capannori

 

La storia

In antichità, a Lucca esisteva un acquedotto sotterraneo, che partendo dalla zona di Moriano alimentava alcune fontane all’interno delle mura lucchesi. Col passare del tempo tali fonti andarono perdute e da qui nacque la necessità di rifornire Lucca di una nuova fonte idrica in modo da non avere problemi igienici e di rifornimento di acqua potabile corrente. Spesso infatti, l’acqua dei pozzi risultava essere poca e malsana in quanto stagnante. Già nel 1732, Giuseppe Natalini fece uno studio per prendere l’acqua da Badia di Cantignano  ma, nel 1763 fu deciso di prelevarla dai monti sovrastanti di Guamo,  con uno studio redatto da Attilio Arnolfini.
Il progetto ebbe inizio nel 1812 sotto la signoria di  Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, ma venne interrotto e ripreso in seguito, nel 1822, quando Maria Luisa di Borbone, duchessa di Lucca, incaricò di tale compito il regio architetto Lorenzo Nottolini. I lavori iniziarono nel 1823 e durarono sino al 1851 a causa di alcune interruzioni.

Il Nottolini apportò delle modifiche al progetto originario, una di queste fu di eliminare un’arcata finale terminante a ridosso del baluardo di S. Colombano con lo scopo di mantenerne intatte le mura.
Alla morte di Maria Luisa si ebbero nuovamente delle difficoltà nella prosecuzione dei lavori, dovute tra le varie motivazioni anche ad alcuni contrasti con gli organi di governo cittadino.
La funzionalità dell’opera si iniziò a constatare nel giugno del 1832 arrivando a far affluire acqua fino in piazza S. Martino, anche se per il suo completamento si dovette aspettare fino al 1851.
E’ una poderosa realizzazione architettonica che, con 460 pilastri e 459 arcate in muratura con pietre e laterizi, va dal tempietto alla base del monte di Guamo ai sobborghi lucchesi (San Concordio) dove termina (la parte aerea) in una costruzione a torrione detta anche questa “tempietto” a foggia di elegante tempio dorico, e da qui arriva tramite condotte forzate ad fornire la città di acqua con alcune fontane in centro, alcune pubbliche altre private (in aree una volta di proprietà signorili), seguendo una linea retta di quasi 3,5 Km. raggiungendo in altezza anche di più di 10 metri, interrotto a metà strada solamente da una mancanza di alcune arcate dovuta alla costruzione nel dopoguerra dell’autostrada A11 Firenze-Mare.

La storia del ‘taglio’ dell’acquedotto di Nottolini è nota. Negli anni tra il 1928 ed il 1932 fu abbattuto un pilastro e costruita un’arcata sostitutiva di luce doppia, difforme dalle altre, sotto la quale passava la corsia di otto metri dell’autostrada Firenze – Mare.  Nel 1944 le truppe tedesche fecero saltare alcuni pilastri dell’acquedotto per interrompere l’autostrada e rallentare l’avanzata delle truppe alleate. Nel 1962, con il raddoppio dell’arteria furono rasi al suolo altri cinque pilastri, portando a un totale di sei il numero di piloni demoliti e sette arcate complessive rimosse –
https://www.loschermo.it/lacquedotto-nottolini-e-la-ferita-dellautostrada-a11/

 

 

 

 

Esistono a questo proposito anche proposte per rimediare a questa ferita
https://iltirreno.gelocal.it/lucca/cronaca/2020/08/12/news/l-architetto-pellegrini-ecco-come-ricucire-l-acquedotto-del-nottolini-1.39187379

 

Ha in sé due condotte separate, una per l’acqua di maggiore qualità indirizzatavi dal tempietto di Guamo con funzione di raccolta e fin qua dalle polle di Guamo tramite condotti sotterranei e bottini d’ispezione, l’altra di minore qualità presa da un sistema di raccolta, la serra Vespaiata (in loc. Le parole d’oro), che prendeva acqua dal Rio S. Quirico e il Rio di valle.
Per rendere più stabile la struttura furono costruiti, in modo equidistante, 28 contrafforti per rinforzare i pilastri.

 

 

 

 

Ad oggi l’acquedotto è ancora architettonicamente integro (salvo nel tratto attraversato dall’autostrada A11), ma non è più utilizzato come mezzo di approvvigionamento idrico.
Il suo attuale scopo è monumentale.

Passeggiata dell’Acquedotto del Nottolini e del parco “Alle Parole d’Oro”

Km.4 circa – 1:30/ 2 ore

Il nostro itinerario parte proprio dal tempietto di valle o di San Concordio, fino a poco tempo fa molto degradato, adesso invece è in corso un intervento di restauro, e intorno al tempietto ci sono alcune tavole descrittive dell’intervento e della storia.

Sul frontespizio del tempietto di S.Concordio è riportata la scritta:
MARIAE ALOYSIAE BORBONIAE / LUCENSIUM DUCIS MEMORIA DECUSQUE PERENNIS QUOD CIVIUM INCOLUMITATI INSTAURANDAE / DE ACQUARUM DUCTU SOLLICITA OPUS DECREVIT INCAEPIT HEU FATA TERRIS RAPUERE / CAROLUS LUDOVICUS MATERNAE VIRTUTIS ET BORBONIDUM MUNIFICENTIAE HAERES LOCUPLETISSIMUS / CGCC SESTERT MILLIBUS CONSTITUTIS TANTAE MOLIS FATIGIUM FELICITER ABSOLVIT / CIVIBUS UNIVERSIS PLAUDENTIBUS ACTUM ANNO REP SAL CIDDCCCXXXII / NICOLAO GIORGINIO CIVITATIS PRAEFECTO CURANTE LAURENTIO NOTTOLINIO ARCHITECTO

 

 

 

 

 

 

 

 

Si percorre, per circa 3 Km perfettamente piani, il sentiero sterrato che costeggia gli archi del maestoso acquedotto del Nottolini che attraversa, come una linea retta la campagna a cavallo tra i comuni di Lucca e Capannori. In alcuni punti vengono attraversati dei suggestivi ponticelli su altrettanti corsi d’acqua (Canale Ozzoretto, nei pressi del ristorante La Casina delle Rose, e Canale Rogio, poco prima di incrociare la Via Sottomonte) e si incontrano numerose fonti d’acqua. L’autostrada si supera attraverso un ponte pedonale.

 

 

 

 

 

 

 

 

Canale Rogio


 

 

Il ponte sull’autostrada

 

 

 

 

 

Il Canale Ozzoretto e il Canale Ozzeri vennero realizzati nel 1800 come canali di bonifica e di irrigazione della bassa piana di Lucca seguendo in parte il tracciato delle antiche diramazioni del Serchio e a oggi svolgono una funzione prevalente di recettori e colatori dell’articolato sistema di canali irrigui di derivazione dal Condotto Pubblico che attraversano il settore centro-occidentale della piana lucchese
Il Canale Rogio rappresenta il principale collettore delle acque provenienti dal territorio di Capannori e Porcari.

Si passa nei pressi del borgo di Sorbano del Giudice, con la sua chiesa di San Giorgio

 

 

 

 

 

La campagna circostante presenta zone agricole ma anche bellissimi casali, ottimamente ristrutturati e alcuni trasformati in strutture ricettive.

Casale nei pressi di Via dei Lippi
Casale a Sorbano del Giudice

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Oltrepassata la via Sottomonte, le arcate terminano al tempietto-cisterna “di monte” alle pendici del monte Pisano nel comune di Capannori.
Il dislivello tra le due cisterne è di mt 30, la pendenza è impercettibile, circa 1 cm ogni metro.

Il tempietto di monte mi ricorda un po’ il Mausoleo di Teodorico a Ravenna.

 

 

 

 

 

Dal tempietto di monte alle Parole d’Oro

Da qui il percorso dell’acquedotto continua interrato, per circa un chilometro in leggera salita, , ben riconoscibile dagli antichi pozzetti di filtraggio delle acque dell’acquedotto, caratteristici cilindri semi-interrati in mattoni rossi,  che ci accompagnano per tutto il tratto, come molte altre piccole costruzioni che sembrano tutte dei tempietti o chiesine. Dopo un doppio ponticello (pedonale e carrabile) si svolta decisamente a destra sul sentiero Cai 128 tramite il quale si raggiunge il sito detto “Le Parole d’oro” e la Serra Vespaiata (costruzione che riuniva le acque del Rio San Quirico e del Rio di Valle).

L’itinerario è percorribile anche in bicicletta o a cavallo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arriviamo alle Parole d’Oro.

foto ricordo by Bix

 

 

 

 

 

Sul piccolo ponte è presente un’iscrizione, in lettere dorate, che ricorda la data di conclusione dei lavori, 1836, ed il promotore, Carlo Ludovico di Borbone. La scritta recita così:
KAR.LVD.BORB.I.H.DUX.N.AUG.AQUIS.E.PLURIBUS FONTIUM ORIBUS.COLLIGENDIS.ET AD URBANOS PONTES LARGIUS PERDUCENDIS.MONUMENTO.AETERNO.PROVIDIT.DUCATUS.SUI.ANNO.VI

Carlo Ludovico Borbone duce uomo nobilissimo e augusto provvide nell’anno VI del suo ducato a raccogliere le acque da molteplici sorgenti e a portarle più largamente verso gli acquedotti cittadini con movimento eterno (Trad. Giuliano e Medea Lazzarini – fonte https://www.montepisano.travel/le-parole-di-oro/)

Questa scritta una volta era fatta con lettere in ottone. I contadini dell’epoca, scambiandole per oro, le rimossero per ricavarci qualche soldo e da allora sono state ridipinte color oro.

La zona è magnifica e molto verdeggiante, adatta a passeggiate in famiglia e picnic sul prato.

la Serra Vespaiata
la Serra Vespaiata
La Serra Vespaiata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Noi proseguiamo in leggera salita lungo il corso del Rio San Quirico: qui l’acqua scorre su un lastricato in pietra immerso nel verde dei boschi circostanti. Lorenzo Nottolini lo volle così per preservare l’acqua raccolta nella galleria sottostante e condurla pulita alla Serra Vespaiata.
Qui veniva filtrata attraverso vari strati di materiale inerte, prima di essere condotta al tempietto di Guamo per essere poi immessa nel doppio canale posto sopra gli archi che scendono fino al tempietto di San Concordio.

 

 

 

 

Ci sono ponticelli e briglie in pietra e tutti i piccoli ruscelli che confluiscono nel Rio San Quirico sono delimitati in pietra: una realizzazione incredibile e quasi fiabesca, stupenda opera di ingegneria idraulica perfettamente integrata con la natura circostante! Cuisono molte piccole costruzioni che sembrano tutte dei tempietti.

 

 

 

 

Si trova qui anche la casa del Fontaniere (edificio recentemente ristrutturato), dove si svolgono attività ludico istruttive per bambini, famiglie e scolaresche.

Casa del Fontaniere

 

 

 

 

 


Sul sito http://www.piccolapenna.it/Nottolini.htm abbiamo trovato una piccola poesia, di Pierin delle Pianacce, dedicata al Nottolini

Speriam che sia un fio ottato
N’avrebbin a fa un monumento al Nottolini…
Anco lu è nato a Segromigno, e non San Gromigno, come dicen i forestieri.
Per diventà arcotetto ha studio a Firenze e anco a Roma, po l’ha chiamo la duchessa, che i cittadini erin stanchi d’andà a piglià l’acqua co’ barocci, nelle campagne.
C’erin anco i pozzi, ma chissà che intrugli c’avran tiro pe fa venì la peste el colera.
Erin i tempi del nonno di mi pà quando il Nottolini portò l’acqua a velli di Lucca drento.
Dovette fa più di quattrocento archi co’ matoni e pietre, da Guamo a San Concordio, e po ‘na galleria sotto il bastion di San Colomban.
Quarcosa a scuola avevo studio, e decisi di fa ‘na spasseggiata colturale colla mi bimba al “tempietto” di San Concordio.
Io lai e po, ancora, io lai!
Che ingrati, l’han proprio abbandono.
Volevo parla’ di storia e mi son ritrovo a parlar di botania.
D’erbacce c’enerin di tante sorte e po quando ho alzo l’occhi al cupolon esclamai: Un fio, speriam che sia ottato.
Un ho più voglia di stà a critià e po m’han insegno a vedè il bicchiere mezzo pien e osì ho penso che l’anno doppo potevo andà la co ‘na fetta di pan pe sparmacci il fio sopra.
Un mi riordo se quand’ero bamboretto ci mettevo anco l’succaro. Forse no.
Al seguro lo mettevo sul buro e sul vin.
E po se dalla bocca del leon un piscia più l’acqua vorà di che mi porterò un po di vin, di vello bon.
Comunque se potessi incontrà il sommo poeta gli potrei chiede in che giron l’ha missi l’ingrati.
E per il contrappasso, un idea ce l’avrei da prestanni: che all’ingrati del Nottolini ni s’appiccin la bocca alla fontana e che l’acqua che entra da ‘na parte esci in continuassion da vell’altra.

 


Le notizie sono state reperite da varie fonti in internet, fra cui citiamo il Comune di Lucca e
http://www.piccolapenna.it/Nottolini.htm
https://www.montepisano.travel/le-parole-di-oro/

Per una completa documentazione:
Claudio Salvetti – L’acquedotto di Lorenzo Nottolini – Maria Pacini Fazzi editore – ISBN 88-7246-617-2

La via degli Acquedotti

Questo itinerario fa parte della più lunga Via degli Acquedotti, che risale il monte pisano e poi ridiscende verso Pisa, a incontrare il più antico Acquedotto Mediceo. Come ci dice il cartello indicativo alla partenza a Lucca occorrerebbero 7h e10, diciamo quindi 8/9 ore. Sono 25 chilometri circa e spesso questa gita viene proposta in due tappe con sosta intermedia presso Vorno.
Potete trovare tutta la descrizione e consigli vari qui
https://www.girovagandoconstefania.it/2020/11/cammino-via-degli-acquedotti-lucca-pisa.html

 

Fotografie di Antonella Romagnoli
La foto in bianco e nero è di Laura Ferrari